Luttazzi: ”La disabilità è lo specchio dei nostri insopportabili limiti”

Il comico commenta l’episodio della ragazza cacciata dal supermercato perché girava in carrozzina: ”Clima di intolleranza verso l’altro. Dare risposte violente è sempre più facile che ragionare”. Venerdì 23 il ”Decameron” a Bologna

BOLOGNA – “La disabilità è il nostro specchio. Ci mette di fronte a noi stessi e alla coscienza dei nostri limiti. E spesso, guardandoci allo specchio, non ci sopportiamo. Dare risposte violente e sprezzanti, purtroppo, è sempre più facile che ragionare”. Daniele Luttazzi di mestiere fa satira, ed è abituato a commentare i fatti di cronaca: stavolta parla così di un episodio successo nei giorni scorsi a Diano Marina, vicino a Imperia. Dove una ragazza disabile di 21 anni, Annarita Marino, è stata cacciata da un supermercato da un troppo “zelante” direttore, preoccupato che lei, muovendosi tra le corsie con la sua carrozzina elettrica, potesse dare fastidio agli altri clienti. “Fastidio a chi? A lui, probabilmente – aggiunge Luttazzi -. Non è un caso se episodi di questo genere rispuntano adesso sempre più spesso, mentre negli anni ’90 non c’era questa recrudescenza. Il quadro è quello di una generale intolleranza verso l’altro: la risposta di tanta gente alla semplice presenza dell’altro è l’egoismo e il rifiuto. Anche le persone con disabilità, purtroppo, ne fanno le spese. Ogni discriminazione è questione di mancanza di educazione e cultura: bisognerebbe lavorare su questo”.

La satira può essere, allora, uno strumento di educazione? “No, non dice verità assolute, ma ti propone un altro punto di vista. L’effetto concreto della satira è quello di liberare l’individuo dai pregiudizi inculcati in lui dai marketing politici, culturali, economici, religiosi. Il potere si accorge che questo va contro i suoi interessi e ti tappa la bocca. È sempre stato così, ed è un ottimo motivo per continuare a farla”. Appunto: anche se “messo al bando” dalla televisione, dopo la chiusura anticipata del suo varietà satirico “Decameron” ad opera dei vertici di La7 poco più di un anno fa, Luttazzi sta portando ora in tour nelle città il monologo con lo stesso titolo (e il sottotitolo “Politica, sesso, religione e morte”) che è la versione teatrale dello show tv. “Due ore di satira pura – dice -. Dove racconto, tra l’altro, come in Italia chi è al potere riesce a convincere le masse: parlo della politica reazionaria di Berlusconi, dell’opposizione molle del Pd, spiego perché Prodi è riuscito a vincere due volte le elezioni e perché la Chiesa vince da duemila anni”.

Tutto questo senza voler “convincere” nessuno: “La satira deve instillare dubbi su ogni argomento, poi lascia il pubblico libero di decidere”. La prossima tappa del Decameron è Bologna (venerdì 23 gennaio al PalaDozza, ore 21), dove intanto un bel po’ di dubbi e polemiche li ha già suscitati il manifesto promozionale dello show, rifiutato dalla concessionaria di pubblicità Igp Decaux perché ritenuto “troppo forte e volgare”. Nell’immagine – visibile sul suo sito web – Luttazzi è in poltrona, legge un libro e dalla patta dei pantaloni gli spunta un terzo braccio, col dito medio alzato e la scritta “È questo il modo di dare una notizia?”. Il manifesto doveva andare sui cartelloni stradali e sui bus, ma è stato respinto e sostituito – spiegano alla Igp Decaux – “per proteggere i destinatari dei messaggi che circolano sui mezzi pubblici, compresi i bambini”. “È solo satira – risponde Luttazzi – e Bologna è l’unica ad aver rifiutato quell’immagine, che in altre città è stata affissa tranquillamente. La cosa mi fa un po’ ridere”. (lb)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.