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Cos’è e perché aumenta Inflazione

Per quasi due anni, un fantasma si aggira nel mondo e fa schizzare alle stelle i prezzi di quasi tutti i beni, sia voluttuari che di prima necessità. L’euforia economica post-Covid, i bonus e i ristori, così come la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, hanno innescato una spirale negativa. Ma forse, con fatica, si può uscirne.

Che cos’è l’inflazione? La Banca d’Italia definisce l’inflazione come un aumento generale dei prezzi dei beni (come cibo, energia elettrica, carburante, ecc.) e dei servizi (come tagli di capelli, biglietti del treno, ecc.). Ciò significa che non riguarda il prezzo di singoli prodotti, ma interessa molti beni e servizi.

Perché è importante? Nei mercati a cui siamo abituati, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo. Quindi, con gli stessi euro si acquistano meno beni o servizi rispetto al recente passato. Inoltre, anche i risparmi sul conto corrente vengono rimanendo colpiti da ciò, riducendo il potere d’acquisto del denaro.

Come si calcola? Per calcolare l’inflazione in modo accurato, si utilizza un indice che comprende quasi 1900 voci, aggiornate e monitorate dall’ISTAT anno per anno. Nell’area euro, l’inflazione è misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo, noto anche come IAPC.

L’inflazione nel mondo e in Italia? L’inflazione ha fatto il suo ritorno nel 2022 in tutte le economie del mondo. In Italia, nel 2022, si è raggiunto un aumento medio dei prezzi pari all’8,1%. In Europa, l’inflazione si è attestata al 6,1% a maggio 2023, in ribasso rispetto al mese precedente. Negli Stati Uniti, nel 2022, l’inflazione media è stata dell’8%. Nel 2023, l’inflazione si è praticamente dimezzata e a maggio è stata del 4%.

Tassi e inflazione? Le banche centrali stanno alzando i tassi di interesse per contenere l’inflazione. Tassi più alti significano denaro più caro, meno investimenti e quindi minori consumi. Di conseguenza, c’è un calo della domanda, dei prezzi e quindi dell’inflazione.

Investimenti etici e inflazione? L’instabilità dei prezzi rappresenta una sfida per l’economia e gli investimenti. Perciò, gli esperti consigliano di optare per investimenti indicizzati all’inflazione, strumenti che vedono il loro valore nominale e/o i loro interessi legati a un indice di inflazione. Si raccomandano anche gli investimenti etici e sostenibili, che forniscono maggiore resilienza e impatto a lungo termine su un’economia più sostenibile.

Il modo in cui le persone interagiscono con la tecnologia si sta evolvendo rapidamente. Con il progredire della tecnologia, cresce anche il modo in cui essa viene utilizzata dagli individui. Con l’emergere di nuove tecnologie, le persone si adattano rapidamente per utilizzarle in modi più efficienti e creativi. Questi progressi stanno rivoluzionando il modo in cui gli individui interagiscono con la tecnologia e ne fanno esperienza.

Etica Sgr ha elaborato una metrica proprietaria, denominata Rischio ESG, che si pone l’obiettivo di valutare sinteticamente la sostenibilità degli emittenti, calcolando il rischio derivante da fattori ESG, al fine di quantificare l’impatto sulle performance dei titoli di un fondo.

Le armi (meno) letali uccidono

a cura di Riccardo Noury, Portavoce Amnesty International Italia

Nell’ultimo quinquennio, con l’esclusione dei periodi di lockdown, il mondo dell’attivismo per i diritti umani è tornato a popolare le piazze. Le richieste? Giustizia, dignità, uguaglianza, fine della corruzione e della violenza di stato.
Pressoché ovunque, la risposta dei governi si è basata non sull’ascolto ma sulla soppressione delle proteste: divieti totali di manifestare, normative pretestuosamente onerose sulle autorizzazioni, blackout di Internet, narrazioni criminalizzanti, arresti preventivi, processi e condanne, ma soprattutto strategie sicuritarie basate sulla militarizzazione dell’ordine pubblico.

Nel suo Rapporto 2022-2023, Amnesty International ha riscontrato l’uso illegale della forza nei confronti di manifestanti pacifici in almeno 85 stati; in 35 sono state usate armi letali (detto più semplicemente, si è sparato per uccidere) e in 67 si è fatto ricorso alle armi meno letali.
Le ricerche delle organizzazioni per i diritti umani che analizzano il comportamento delle forze di polizia durante le proteste sono concordi nel definire estremamente labile il confine tra i due tipi di armi: l’avverbio meno tende a sparire.

A Marsiglia, in Francia, all’inizio di luglio un uomo di 27 anni è stato ucciso da una flash-ball: si tratta di pallottole rivestite di gomma dal grande impatto cinetico che, a detta del produttore, se usate correttamente non uccidono. Dal 2018 Amnesty International chiede che non siano fornite alle forze di polizia.

La formula se usate correttamente dice tutto. Pallottole di plastica e di gomma, gas lacrimogeni, spray urticanti, cannoni ad acqua, pallini da caccia, pistole a impulso elettrico, manganelli, granate stordenti sono armi che, se usate correttamente, consentono alle forze di polizia di usare un livello minimo di forza di fronte a una minaccia.
Prendiamo le pallottole di plastica, quelle che vengono usate al posto dei proiettili veri, come se le prime fossero finte.

Da un esame della letteratura medica disponibile tra il 1990 e il 2017 è emerso che almeno 53 persone sono state uccise da tali armi e che 300 delle 1984 persone ferite hanno riportato danni permanenti. Il numero effettivo è probabilmente assai più alto.

In un rapporto del marzo 2023, Amnesty International e la Omega Research Foundation hanno segnalato un allarmante aumento delle ferite agli occhi causate dall’uso irresponsabile di pallini da caccia. Secondo l’Istituto nazionale cileno per i diritti umani, nel corso delle proteste dell’autunno 2019 l’operato della polizia causò oltre 440 ferite agli occhi, tra cui oltre 30 casi di perdita della vista o rottura del bulbo oculare.

I gas lacrimogeni, a loro volta, fanno morti e feriti. Dovrebbero essere usati dando un preavviso, lasciando vie di fuga e mai in ambienti ristretti o chiusi. Soprattutto, dovrebbero essere sparati in aria. Amnesty International ha documentato casi di gas lacrimogeni esplosi direttamente contro singole persone o gruppi di manifestanti in Cile, Colombia, Ecuador, Francia, striscia di Gaza, Guinea, Hong Kong, Iran, Iraq, Perú, Sudan, Tunisia e Venezuela.

E l’Italia? L’8 dicembre 2011, durante una manifestazione del movimento No-Tav, un candelotto di gas lacrimogeno sparato ad altezza di persona ha colpito alla testa Yuri Justesen, che ha perso per sempre parte dell’udito.
L’uso disinvolto, maldestro e irresponsabile delle armi meno letali pone interrogativi sui processi decisionali di coloro che dirigono le operazioni di ordine pubblico e sulla mancanza di addestramento e di informazioni da parte di chi le usa. Soprattutto, chiama in causa la mancanza di regole.

Attualmente non esistono normative globali sulla produzione e sul commercio delle armi meno letali. Le norme vigenti a livello regionale e nazionale non sono sufficienti a garantire che forze di polizia già note per compiere violazioni dei diritti umani non continuino a ricevere armi meno letali da stati privi di efficaci controlli nazionali su tali commerci; né saranno in grado di eliminare la produzione e il commercio, a livello globale, di attrezzature intrinsecamente atte a violare i diritti umani.

Per questo, Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani chiedono l’adozione di un trattato internazionale che disponga divieti e controlli commerciali globali, legalmente vincolanti, sulle attrezzature in dotazione alle forze di polizia.

Questo trattato dovrebbe vietare la produzione e il commercio di quelle attrezzature utilizzate per l’ordine pubblico e durante la custodia intrinsecamente atte a violare i diritti umani.

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Loacker e il progetto Made in Dignity per un cacao sostenibile

Tra i diversi progetti Made in Dignity avviati, il Sustainable Development Program ideato insieme a Loacker intende favorire la sostenibilità economica, ambientale e sociale di tanti piccoli produttori di cacao della provincia di Manabì, in Ecuador. Seguite in loco da Maquita, organizzazione con cui collaboriamo, per cinque anni diverse comunità vengono supportate nel miglioramento delle loro attività produttive e della qualità del cacao, al fine di diventare maggiormente autonome e indipendenti dagli intermediari.

Altromercato ha chiesto a Wanda Hager, Board Member and Managing Director Agriculture & Procurement per Loacker, di raccontarci com’è nato questo progetto, come sta evolvendo e quali sono le prospettive future per le filiere agroalimentari sostenibili.

Come vi siete avvicinati ad Altromercato e che cosa vi ha convinti del nostro modello di filiera etica ed equosolidale Made in Dignity? 

La spinta verso la naturalità e la sostenibilità è sempre stata nel DNA di Loacker, ma qualche anno fa abbiamo analizzato in modo approfondito le filiere delle nostre materie prime strategiche, chiedendoci dove potessimo migliorare non solo da un punto di vista economico o di approvvigionamento, ma anche da un punto di vista sociale, etico e di sostenibilità. Quando abbiamo deciso che nella filiera del cacao, per la produzione dei nostri cioccolati, dovevamo partire direttamente dalla fava e non dalla massa, ci siamo trovati di fronte a una serie di questioni, ad esempio con chi coltivare e come assicurarci che le fave fossero effettivamente prodotte in modo sostenibile. Soprattutto ci era chiara l’esigenza di trovare un partner che ci permettesse di avere il controllo della provenienza delle materie prime e delle modalità di coltivazione, e con il quale costruire un progetto di sviluppo che avesse un’impronta di sostenibilità sociale, non solo ambientale.

Abbiamo scelto Altromercato per due motivi fondamentali: innanzitutto per Made in Dignity, e quindi per l’adozione di un protocollo chiaro, nel quale la dignità dell’individuo e delle comunità è sempre al centro; il secondo aspetto è l’opportunità di andare ad analizzare con un ente terzo i bisogni reali e concreti delle comunità locali. Questo è un importante punto di distinzione rispetto ad altre realtà che propongono progetti di sviluppo sostenibile preconfezionati. Il fatto di avere un ente terzo, nel nostro caso Arco dell’Università di Firenze, che poteva fare una need analysis per noi e poi la possibilità di personalizzare il programma per le comunità scelte in Ecuador, ci ha dato la sensazione che veramente potessimo portare un valore aggiunto.

Com’è nato il progetto in Ecuador con Maquita? Quali sono stati gli step concreti per costruire una progettualità a lungo termine?

Dopo la need analysis che ha identificato i bisogni dei produttori di Maquita, organizzazione di riferimento in Ecuador, noi stessi siamo andati a visitare le comunità. Abbiamo parlato con la gente e ascoltato le necessità comunitarie e di produzione: qualcuno ci ha raccontato di avere difficoltà nel raggiungere il primo centro di raccolta o di fermentazione per mancanza di strade adeguate, qualcun altro ci ha guidato attraverso piantagioni molto vecchie, sottolineando il bisogno di rinnovamento. Tornati in Italia, tra le varie tipologie di progetti abbiamo scelto quella che andava bene anche per noi di Loacker. Abbiamo puntato sul miglioramento della qualità del prodotto, sullo sviluppo di buone pratiche agricole e sul rinnovo delle piantagioni, ma anche sulla fase di post raccolta e di fermentazione. Il nostro obiettivo era fare in modo che, anche una volta terminato il progetto con noi, quei campesinos avessero una fonte di reddito e sapessero essere autonomi nell’attività, migliorando, con l’aumento della qualità del prodotto e della resa per ettaro, anche le proprie condizioni economiche. Abbiamo così stabilito quali fossero i punti che volevamo finanziare, oltre all’acquisto del cacao, il budget da stanziare e stilato un piano di progetto sui 5 anni.

Come sta avanzando il progetto in questi anni?

All’interno del progetto Made in Dignity abbiamo una partecipazione molto attiva. Andiamo una volta all’anno in Ecuador per vedere lo stato di avanzamento del progetto e parlare con le persone. Anche quando non ci siamo fisicamente abbiamo riunioni di allineamento con Maquita e con Altromercato e riceviamo report dettagliati sui KPI definiti all’inizio del progetto. Al momento abbiamo già formato 260 persone e soprattutto gli 8 train the trainer, ovvero le persone che faranno da consulenti e da supporto per le comunità dal punto di vista agronomico. Abbiamo notato, inoltre, che lavorando sull’aspetto dei trattamenti fitosanitari c’è un miglioramento della qualità del prodotto, oltre che della qualità ambientale e della vita stessa.

Per quanto riguarda le tempistiche, il piano di progetto ha subito un piccolo rallentamento a causa del Covid, dovuto anche alla nostra risposta alle esigenze delle comunità con cui stiamo lavorando. Quando abbiamo saputo tramite Maquita e Altromercato delle loro difficoltà durante la pandemia, ci siamo chiesti: è più importante fare sourcing di cacao o aiutarli? Così abbiamo utilizzato una parte del budget per il progetto per acquistare dispositivi di protezione personale, tamponi, disinfettanti ecc. e abbiamo inoltre fatto una donazione aggiuntiva. È proprio questo che si intende dicendo che un progetto Made in Dignity non è preconfezionato, ma ascolta i bisogni delle popolazioni.

Quali aspetti del progetto ritenete che siano maggiormente impattanti per le comunità locali? Quali invece sono maggiormente impattanti per voi?

Per le comunità sicuramente il miglioramento qualitativo, e quindi quantitativo, per ettaro: più loro valorizzano le piantagioni, più riescono ad aumentare la resa, quindi la quantità e la qualità di materia prima prodotta, in questo caso il cacao, raggiungendo un prezzo migliore che darà maggiore stabilità economica alle famiglie. Con questo progetto, poi, attraverso Maquita abbiamo escluso gli intermediari commerciali, quelli che comprano il prodotto dai piccoli contadini a prezzi irrisori per poi rivenderli al doppio. Il progetto vuole rendere i campesinos più consapevoli del valore del loro prodotto sul mercato, consentendo loro di diventare autonomi. Dal nostro punto di vista, invece, è molto importante il controllo della qualità e della filiera. Come Loacker abbiamo sempre fatto scelte che rispettassero la naturalità e sostenibilità del prodotto. Progetti strutturati come quello Made in Dignity ci permettono di conoscere i nomi dei nostri agricoltori, di visitarli, di sapere da chi arriva la fava di cacao, dove va e soprattutto sappiamo cosa facciamo per le comunità e siamo in grado di raccontarne gli impatti.

Guardando a un futuro in cui sempre più imprese si impegnano in progetti concreti per la sostenibilità, secondo voi possiamo immaginare un cambiamento radicale nelle filiere alimentari e nel modo in cui i consumatori percepiscono e acquistano i prodotti? 

Anche se le ricerche ci dicono che i consumatori sono sempre più consapevoli e attenti rispetto al tema della sostenibilità, il grosso problema, secondo noi, resta la comprensione di cosa sia realmente questa sostenibilità. Il consumatore finale spesso non riesce a capire e a distinguere le imprese davvero sostenibili da quelle che fanno greenwashing. Cosa sia la sostenibilità non è chiaro nemmeno a livello di normativa ed è così onere dell’azienda dimostrare cosa significhi “essere sostenibile”. C’è poi la tendenza a pensare alla sostenibilità solo come ambientale. Eppure tutelare l’ambiente – non solo limitando i pesticidi, ma anche ad esempio intervenendo sulla deforestazione, sulla pulizia dei fiumi o sull’utilizzo di acqua, che è un’altra tematica fondamentale per le coltivazioni – conduce a un impatto sull’individuo che in quelle zone vive, e alla lunga su tutti noi. Il timore per noi, e sarebbe anche la nostra grande delusione, è che questo grande movimento verso la sostenibilità sia un treno sul quale tutti vogliono salire e che quindi alla fine si diluisca il significato vero della sostenibilità. Progetti concreti come Made in Dignity, invece, dimostrano che si possono portare effetti reali e misurabili nel ridurre l’impatto ambientale e migliorare la condizione di vita delle comunità.

Vuoi sapere di più sul progetto Made in Dignity con Loacker?

Foto in pagina di Beatrice De Blasi

Buoni da bere in tour: con gli aperitivi Coop il drink diventa per tutti

È ripartito a giugno il calendario di appuntamenti dedicati ai nuovi drink a marchio Coop. Sono 14, dai bitter allo spritz, ai vermouth: Giulia Castellucci, tra le prime bartender donna in Italia, li ha miscelati creando 5 ricette speciali, da provare anche a casa. Perché chi l’ha detto che un buon aperitivo si può bere solo al bar?

Da oggi con i “Buoni da bere”  al Porretta Soul Festival, per poi proseguire ad agosto con Festambiente in Toscana, e continuare così fino a gennaio, lungo un percorso di dieci eventi che chiude al Tour de Ski in Val di Fiemme, la gara tappa del campionato mondiale di sci di fondo. Giulia Castellucci non vede l’ora di ripartire nel viaggio del gusto, tra la gente, per raccontare e far assaggiare i nuovi aperitivi Coop. «Sono un’animale sociale – spiega la barlady – incontrare persone, parlare con loro ed entrare in sintonia con chi è dall’altra parte del bancone mi appaga e mi diverte».

Romana, classe ’91, Giulia è una delle prime bartender donna nel nostro Paese. È nata ballerina ma la passione per i cocktail, scoperta per caso mentre lavorava nel guardaroba di un discobar, l’ha portata a diventare a 23 anni capo barman in uno dei più rinomati ritrovi di Roma, e oggi è socia di due locali della capitale tra i templi della movida capitolina.

In viaggio con i drink a marchio

Coop l’ha scelta per il lancio dei nuovi aperitivi a proprio marchio, e nel 2022 Giulia ha iniziato un tour con l’insegna per portare fuori dai supermercati le tante proposte da bere, che si diverte a ricombinare tra loro rivisitando alcune ricette “cult”. Durante gli appuntamenti/show di degustazioni guidate, che sono ripartiti a giugno di quest’anno, la barlady porta le sue rivisitazioni, spiega il perché delle sue scelte, mostra come miscelare gli ingredienti, risponde alle domande e dà piccoli suggerimenti.

«Per me questa è un’esperienza formativa che si va ad aggiungere al mio bagaglio e mi arricchisce. Avevo già fatto degli eventi con il mio locale, ma andare in giro per l’Italia è meraviglioso. Questi appuntamenti mi danno la possibilità di incontrare un pubblico sempre diverso, perché diverse tra loro sono le occasioni che Coop ha scelto per le degustazioni. Si va dalla spiaggia di Cervia alla Barcolana di Trieste, che abbiamo visitato l’anno scorso, fino al CaterRaduno di Pesaro, in programma quest’anno. D’altra parte, il senso dell’iniziativa è esattamente questo: portare questi prodotti a un pubblico più vasto possibile, perché questi aperitivi sono pensati per tutti, non per una sola categoria di persone». 

NATI PER CELEBRARE L’ORA DELL’APERITIVO

Il viaggio dei “Buoni da bere”, nasce esattamente con questo obiettivo: portare in tour i prodotti dell’aperitivo a marchio Coop e farli conoscere al grande pubblico, come ci spiega Daniela Fiocchi, brand manager di Coop Italia «Abbiamo voluto in un certo senso celebrare l’ora dell’aperitivo, che è diventato per molti di noi un momento simbolico della giornata, quando stacchiamo dal lavoro e magari ci concediamo una pausa con amici, con il partner o con i colleghi», raconta. «Durante gli anni della pandemia l’aperitivo è diventato un appuntamento casalingo, e anche in estate spesso non si rinuncia a un piccolo break con il compagno o la compagna. È un momento di condivisione e di piacere, e volevamo esserci a modo nostro».

 

14 NOVITÀ

Fino al 2022 Coop era presente nel segmento con due sole bevande analcoliche, una bionda e una rossa, ora invece le proposte sono diventate 14. Della nuova linea fanno parte ready to drink come bitter bianco e rosso analcolici, lo spritz, l’hugo o la sangria, oppure l’Eppi auar, una new entry della casa al gusto agrumi, un cocktail nuovo dal sapore intenso e fruttato. Ma all’elenco si aggiungono anche i classici da mixare, che fanno da base alle ricette di cocktail blasonati, come il vermouth di Torino, rosso e bianco, la red soda e il bitter. «Sono arrivati a scaffale all’inizio della scorsa estate, e ora che la bella stagione è tornata è l’occasione per raccontarli. Il loro valore aggiunto, è che oltre alla qualità e alla bontà, mantengono tutte le caratteristiche dei nostri prodotti a marchio. Quando sono state scelte le formulazioni, non siamo andati in deroga ai nostri principi: i drink non contengono conservanti, né coloranti sintetici».

CINQUE RICETTE PER CINQUE PALATI DIVERSI 

I cocktail che Giulia prepara durante gli show hanno per l’80% ingredienti Coop. Mixandoli, la giovane bartender si è divertita a mettere a punto 5 ricette partendo da altrettanti classici, quattro alcolici e uno analcolico. «C’è il Mandarine mule, rivisitazione del moscow mule, dove la vodka viene sostituita dal vermouth bianco, con l’aggiunta del ginger beer al mandarino, che gli dà un tocco sgrumato, o il Passion smash, via di mezzo tra spritz e hugo cocktail, che non è altro che un modo per far capire che lo spritz può essere miscelato anche senza prosecco: difatti abbiamo aggiunto un Eppi auar pompelmo dry Coop. E poi, ancora, il Coop America, che piace moltissimo, e che prende spunto dalla ricetta dell’Americano. Qui al posto della soda cocktail ho inserito un analcolico agli agrumi, che va a bilanciare la nota dolciastra del vermouth», spiega Giulia. «Per gli amanti del tonic, invece, ne abbiamo ideato uno usando bitter, tonica, due gocce di angostura e un’aggiunta di aceto di riso, che gli conferisce una nota orientale. E per chi beve analcolico, ho proposto un mix legato alla Sicilia, con latte di mandorla, zucchero e red soda».

DALLA DEGUSTAZIONE ALLA REAZIONE

Il cuore degli eventi è la presentazione delle ricette, che poi vengono “provate” dai presenti. «Parto con la spiegazione, dico come sono nate le idee di questi cocktail, perché ho scelto determinati ingredienti, perché metto insieme questo con quello. Poi si passa alla degustazione, ed è il momento più divertente, mi piace guardare mentre assaggiano i vari sapori e scrutare le loro reazioni. Ogni volta è diverso, perché il pubblico cambia, ma il bello delle manifestazioni è proprio questo». Non resta che prepararsi a un lungo tour per provarli tutti.

Il concorso

Per chi proverà i nuovi drink tra le mura domestiche, c’è poi quest’anno una divertente novità, il concorso “Senti che aperitivo”, valido fino al 20 agosto.  Acquistando tre bevande a scelta si possono vincere un abbonamento annuale a Spotify Premium e ogni settimana 10 speaker table in legno Create. È sufficiente conservare lo scontrino e giocare su www.senticheaperitivo.it.

Progetti a rete: pubblicati i bandi per gli enti del Terzo Settore

Parte in Veneto la sperimentazione per la concessione di immobili dello Stato a canone agevolato

Online i bandi di concessione di immobili di proprietà dello Stato dedicati agli Enti del Terzo Settore (ETS) nell’ambito delle attività legate ai Progetti a Rete, iniziative complesse di rigenerazione del patrimonio pubblico di valore culturale, identitario e di pregio paesaggistico, per la valorizzazione economica, sociale e culturale. Nasce una nuova rete dedicata alla promozione di iniziative innovative di valorizzazione di immobili pubblici, non utilizzati, da affidare ad ETS, al fine di recuperare edifici dismessi e favorire lo sviluppo e la promozione di attività di interesse generale sul territorio nazionale, incrementando così il valore economico e sociale degli immobili dello Stato. La sperimentazione della concessione agevolata coinvolge 5 immobili in Veneto e prevede un affidamento da 6 fino ad un massimo di 50 anni ex art. 71, comma 3 del D.Lgs. n. 117/2017: un nuovo strumento attuativo, accanto a quelli già consolidati della concessione/locazione di valorizzazione e della concessione/locazione in uso gratuito, introdotto dal Codice del Terzo Settore. Si tratta del Casello Roccolo, il Casello Ronchi e la Stazione Sottocastello a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, della Villa Rodella a Cinto Euganeo, in provincia di Padova e del Villino Rossi a Schio, in provincia di Vicenza.

I bandi prevedono l’affidamento a canone agevolato ad Enti del Terzo Settore, iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), di immobili pubblici, vincolati e non utilizzati, al fine di assicurarne la conservazione e l’apertura alla pubblica fruizione per attività di interesse sociale – culturali, artistiche, ricreative, editoriali di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato, di interesse generale, turistiche di interesse sociale, culturale o religioso – in risposta ai bisogni locali, del bacino territoriale di riferimento, in coerenza con le politiche e la cultura del territorio, nel rispetto della storia dell’immobile e del sistema paesaggistico ambientale di riferimento. Per partecipare c’è tempo fino al prossimo 11 dicembre 2023 alle ore 12.00.

Per saperne di più

Il lavoro sociale in ottica di comunità

Idee, visioni, metodi di lavoro

Il  lavoro sociale respira nella comunità locale. Respira quando genera reti di relazioni intorno alle situazioni, quando mobilita cooperazioni allargate sui problemi. Perché il lavoro sociale è un lavoro che si fa con altri e che si dipana nei – e con i – contesti di vita delle persone.

Lavorare in ottica di comunità – tanto più dopo l’esperienza della pandemia –  appare la forma di lavoro sociale più appropriata ai tempi che stiamo vivendo. Mai come oggi infatti, in una società solcata da fragilità e solitudini, sfrangiata in molti suoi tessuti, è vitale attivare/rinforzare legami comunitari, uscendo dalle stanze professionali, reimmergendoci nella vita di caseggiati, quartieri, paesi, città.

Queste pagine offrono idee, visioni, metodi di lavoro in questa direzione. Sono il frutto di un lungo percorso di ricerca, condotto in questi anni dalla rivista Animazione Sociale, che ha avuto diverse tappe e ha coinvolto operatrici e operatori sociali, formatori, consulenti, studiosi, amministratori locali…

L’obiettivo è quello di precisare sempre più questo approccio, che porta a lavorare con i mondi vitali delle persone, non con le persone scorporate dai loro contesti di vita, a partire da una consapevolezza di fondo: che potremo generare autonomia, salute, emancipazione dai disagi (i fini del nostro lavoro) quanto più intorno alle situazioni di lavoro sapremo mobilitare cooperazioni, collaborazioni, corresponsabilità.

E’ questa la via per produrre inclusione sociale. Perché è sempre il contesto in cui la persona vive che può includerla e farla sentire inclusa. Lo insegna la storia del welfare dei diritti e delle professioni sociali, educative, di cura: una storia da non consegnare agli archivi della memoria, ma da mettere in agenda per il futuro.

Prezzo

15,00 euro

SOMMARIO

Introduzione
Il lavoro sociale respira nella comunità
Roberto Camarlinghi, Francesco d’Angella

PARTE PRIMA * LA VISIONE
L’OTTICA DELLA COMUNITA’

Perché è tempo di lavorare in ottica di comunità?
Cinque ragioni per un lavoro territoriale
Roberto Camarlinghi, Francesco d’Angella, Franco Floris

Che cosa implica lavorare in ottica di comunità?
Un decalogo senza pretese di esaustività
Roberto Camarlinghi, Francesco d’Angella, Franco Floris

Quali sono le resistenze da superare?
Per una più diffusa adozione di un’ottica territoriale
Roberto Camarlinghi, Francesco d’Angella, Franco Floris

PARTE SECONDA * IDEE PER L’AZIONE
IL LAVORO IN OTTICA DI COMUNITA’

Far spazio al protagonismo dell’homo cooperans
Sette «alleati» per una nuova politica dell’umanità nei territori
Davide Boniforti

Agire con un approccio di comunità
Lavorare sui problemi muovendosi nell’incertezza
Claudia Marabini

Quando un servizio sociale è di comunità
Appunti per riposizionarsi nei territori
Norma Gigliotti

PARTE TERZA * QUALE SOGGETTIVITA’
FORMARSI AL LAVORO DI COMUNITA’

L’operatore sociale di comunità        
Accostare i problemi con leggerezza
Franca Olivetti Manoukian    

Lavorare orientati dal desiderio
Far spazio al desiderio dentro le organizzazioni
Massimo Recalcati

ARTE QUARTA * TRACCE DI METODO
ATTIVARE PROCESSI PARTECIPATIVI

Saper convergere tra diversi è l’arte del far comunità
Da conflitti distruttivi a cooperazioni creative
Marianella Sclavi

Tre know-how per aprire percorsi di confronto creativo
Come raggiungere una decisione condivisa a partire da esigenze e punti di vista divergenti
Marianella Sclavi, Lawrence Susskind

La leadership che facilita il decidere insieme
Valorizzare il contributo di ognuno e far emergere l’intelligenza collettiva
Marianella Sclavi, Lawrence Susskind

PARTE QUINTA * SENTIERI DI FUTURO
TRASFORMARE I TERRITORI IN COMUNITA’

ll futuro delle comunità passa dall’apporto delle reti informali
Riconoscere la generatività dei tessuti locali
Franco Floris

Per un welfare generativo di comunità
Ripensare il welfare nei nostri territori
Mimmo Lucà

Nella comunità respira la nostra anima politica
Professioni del welfare a servizio di un’idea di polis
Roberto Camarlinghi, Francesco d’Angella, Franco Floris

 

https://www.animazionesociale.it/it-schede-3401-void(0);

Anteprima nazionale del libro manuale dell’etica efficace

la proposta politico culturale di GOEL – Gruppo Cooperativo

presentazione in occasione del ventennale il prossimo 9 giugno
nasce la casa editrice GOEL Edizioni

Il Ventennale di GOEL – Gruppo Cooperativo si terrà a LOCRI, il prossimo 9 giugno, dalle ore 15 in poi, presso il Salone Diocesano in via Caprera. Durante l’evento sarà presentato in anteprima nazionale il libro manuale dell’etica efficace, scritto da Vincenzo Linarello, presidente di GOEL – Gruppo Cooperativo, con la prefazione di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso.

Il libro è stato elaborato negli ultimi dieci anni, a partire dal Manifesto di GOEL. Teorizza e propone l’etica efficace come paradigma e metodologia per il cambiamento sociale. In questi 20 anni, infatti, GOEL non ha solo agito, ma ha riflettuto, imparando dagli errori e dai successi conseguiti, sviluppando un pensiero e un approccio originale che oggi vuole condividere con il mondo.

L’etica efficace può aprire prospettive dirompenti in diversi ambiti: nei processi di cambiamento sociale, nella politica, nell’economia, nel mercato e nell’imprenditoria, nella democrazia e nella struttura dello stato. Nei processi di cambiamento sociale l’etica efficace non cerca di vincere, ma di con-vincere. Nella politica utilizza la speranza come potente motore di evoluzione storica e si oppone alla forma più subdola di controllo anti-democratico: la depressione sociale. Per il futuro dell’economia propone il capitalismo sociale e per le imprese il capitale fiduciario, da impiegare in un nuovo paradigma di mercato. Essa propone, infine, una nuova visione della democrazia e dello stato fondati entrambi sul principio di sussidiarietà organica.

Questo manuale si rivolge agli imprenditori, ai politici, agli insegnanti, ai giornalisti, agli amministratori e ai funzionari pubblici, a chi è impegnato in cause sociali o ambientali e, in generale, a tutti coloro che non vogliono stare a guardare e intendono contribuire ai cambiamenti in atto. L’etica non può più accontentarsi di essere giusta, ma deve diventare efficace, per rimuovere i problemi e le sofferenze delle parti più deboli della società.

GOEL, dunque, non vuole limitarsi ad essere una testimonianza positiva: attraverso il manuale dell’etica efficace, facendo tesoro dell’esperienza accumulata in questi anni, intende divenire un’innovativa proposta politico-culturale.

Il 9 giugno, dopo la presentazione del libro, seguirà una tavola rotonda di confronto e di dibattito sul tema dell’etica efficace, a cui prenderanno parte illustri personaggi nazionali e locali.

Il manuale dell’etica efficace è edito da GOEL Edizioni. Il Gruppo, infatti, contestualmente all’uscita dell’opera, annuncia oggi la nascita di una propria casa editrice, incentrata sui temi funzionali alla sua strategia.
Il libro si può già prenotare in pre-vendita nell’e-commerce della nuova casa editrice, all’indirizzo: https://books.goel.coop/etica-efficace
I ricavi netti della vendita del libro sono interamente devoluti dall’autore alle attività di GOEL – Gruppo Cooperativo.

Bando per il sostegno alle imprese sociali in ambito turistico al Sud

Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD lanciano il “Bando per il sostegno alle imprese sociali in ambito turistico al Sud” mettendo a disposizione 565 mila euro per il sostegno a fondo perduto di programmi di sviluppo di imprese sociali in ambito turistico con sede in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, per la valorizzazione del territorio e per creare impatto sociale ed economico nella comunità di riferimento. Il contributo di Fondazione Finanza Etica deriva dall’erogazione liberale di Etica Sgr, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Etica, che ha destinato una quota del suo fondo utili al sostegno di attività imprenditoriali in Italia meridionale.

È possibile partecipare al bando fino al 22 giugno 2023.

“Il bando per sostenere le imprese sociali impegnate nel settore del turismo nelle regioni meridionali intercetta una domanda potenziale di cui abbiamo chiari segnali”, dichiara Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD. “Si tratta di un settore nel quale molto frequentemente si sperimentano iniziative portate avanti da cooperative sociali che hanno l’obiettivo primario di realizzare concreti percorsi di inclusione per persone che vivono situazioni di fragilità. Ma c’è un altro valore in questa iniziativa: per la prima volta Fondazione CON IL SUD collabora con il mondo di Banca Etica, un mondo molto significativo che siamo contenti di poter intercettare nel nostro lavoro quotidiano”.

«Con il lancio di questo bando vogliamo supportare le imprese sociali che operano nel Sud Italia per la valorizzazione del territorio e che uniscono l’inclusione sociale con l’innovazione», spiega Teresa Masciopintopresidente di Fondazione Finanza Etica. «Siamo soddisfatti che questo percorso di collaborazione tra Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD si sia orientato su questo ambito, che rappresenta una delle realtà più vivaci e, potenzialmente, innovative, dell’imprenditoria sociale del Mezzogiorno».

“Siamo felici di sostenere progetti imprenditoriali innovativi con impatto sociale positivo per la collettività” dichiara Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr “Come società di gestione del risparmio attiva nella finanza etica, siamo chiamati ad agire nell’economia reale, allo scopo di favorire una transizione verso modelli economici più sostenibili e responsabili, che non possono quindi trascurare gli effetti, oltre che sull’ambiente, anche sulla nostra comunità.”

Il “Bando per il sostegno alle imprese sociali in ambito turistico al Sud” intende sostenere programmi di sviluppo in grado di promuovere l’inclusione sociale e lavorativa di persone con fragilità, processi di innovazione sociale e dei servizi, e traiettorie di sviluppo turistico sostenibile, anche dal punto di vista ambientale, favorendo la transizione verso un’economia verde e circolare.

Al Bando possono candidarsi le imprese sociali del Sud Italia di recente costituzione, cioè nate dopo il 1° gennaio 2017.

Le proposte dovranno essere presentate online, attraverso la piattaforma Chàiros dal sito www.chairos.it

I progetti candidati devono prevedere una durata complessiva non inferiore a 12 mesi e non superiore a 24 mesi. Il contributo previsto sarà compreso tra i 25.000 e i 50.000 euro.

Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD, nel processo di analisi ed esame delle richieste di sostegno, faranno riferimento a una combinazione di criteri di valutazione calcolati sulla base delle informazioni raccolte con i formulari compilati e a criteri di tipo qualitativo.

Particolare attenzione sarà data alla presentazione di un solido e sostenibile programma di sviluppo in ambito turistico, in grado di generare un impatto positivo di trasformazione, nel medio-lungo periodo, per la comunità e per l’impresa sociale proponente, sperimentando modelli innovativi in linea con l’evoluzione tecnologica e digitale in corso e potenziando opportunità di inserimento lavorativo, con particolare riferimento a persone con fragilità.

Saranno valutate positivamente l’esperienza in ambito turistico ai fini della valorizzazione del territorio, in termini di attività, progetti e servizi offerti, la capacità di favorire la costruzione di legami di fiducia e lo sviluppo di reti territoriali.

Un criterio di premialità aggiuntivo è previsto per la presenza di persone under 35 nella compagine amministrativa e per l’equilibrio di genere.

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