Ansia e stress, oltre 4 milioni di lavoratori si sentono a rischio

Rapporto Istat sulla salute nei luoghi di lavoro. Circa un milione di occupati ritiene di essere sottoposto a manifestazioni di prepotenza e discriminazione. Più colpite le donne nella pubblica amministrazione

ROMA – Sono 4 milioni 58 mila i lavoratori italiani che ritengono di essere esposti a rischi che potrebbero pregiudicare l’equilibrio psicologico. Il dato emerge dal rapporto Istat sulla “Salute sui luoghi di lavoro” pubblicato lo scorso dicembre. I fattori di rischio di tipo psicologico sono percepiti maggiormente fra le persone che lavorano nella sanità (26%), nei trasporti (24,6%) e nella pubblica amministrazione (23%). In particolare nella sanità e nella pubblica amministrazione le donne risentono in misura maggiore rispetto agli uomini di questi problemi. Tra i fattori di natura psicologica quello prevalente risulta il carico di lavoro eccessivo citato dal 14,5% degli occupati. Invece, le manifestazioni di prepotenza e discriminazione o di minacce o violenze fisiche sono avvertite da una quota più bassa seppur rilevante di lavoratori ma, se considerate in termini assoluti, riguardano nel caso di prepotenza e discriminazione oltre un milione di occupati.

Le donne, con il 5,4%, mostrano una maggiore esposizione degli uomini (4,1%) a fenomeni di prepotenza e discriminazione. Il dato è particolarmente rilevante per le donne che lavorano nella pubblica amministrazione, soprattutto per quanto riguarda le posizioni dirigenziali e quelle di più basso profilo (operaie e collaboratrici). Dal punto di vista della posizione professionale emerge il dato dei collaboratori che con il 6,6% mostrano il valore più alto per quanto riguarda i fenomeni di prepotenza e discriminazione, elemento che evidenzia la debolezza della loro posizione contrattuale.

In particolare i lavoratori che hanno sofferto di problemi di stress, depressione e ansietà dovuti all’attività lavorativa nel 2007 sono stati il 21% del campione (19,4% maschi e 21,6% di femmine). Si tratta del 39,2% dei dirigenti, del 29,1% degli impiegati e del 10,3% degli operai. I disturbi legati allo stress, depressione o ansietà assumono rilevanza in settori quali l’energia (40,5%), l’intermediazione finanziaria (34,4%), i servizi alle imprese (32,9%) e l’istruzione con oltre (31,7%). (ap)

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