Per la prima volta un cieco al Grande Fratello, Uic: ”Occasione di conoscenza”

Per il presidente Uic Tommaso Daniele la partecipazione di Gerry al reality è un’opportunità per far sparire l’imbarazzo che circonda i ciechi. Ma ”attenzione a stereotipi e pietismo”

ROMA – “Ogni cieco è una persona, e come tale, diversa e particolare: quello che non deve avvenire è che si cada nello stereotipo del cieco, nella spettacolarizzazione della disabilità o nel pietismo che troppo spesso incontriamo sulla nostra strada”: così Tommaso Daniele, presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, commenta la partecipazione alla nona edizione del Grande Fratello di Gerry, il giovane non vedente di origini calabresi ma residente a Roma che ha fatto ingresso nella celebre casa diventando la prima persona con disabilità a partecipare in Italia a un reality televisivo.

“Credo – afferma Daniele – che al di là del giudizio che possiamo avere della trasmissione un cieco abbia diritto, come tutti gli altri, a partecipare ad una trasmissione televisiva. Per anni ci siamo impegnati e continuiamo a farlo, per raggiungere le pari opportunità, per avere la giusta visibilità, anche nel mondo dell’informazione e della tv: sono quindi sempre convinto che la partecipazione di un non vedente ad un programma televisivo come ‘Il Grande Fratello’ rappresenti un passo in avanti visto che fino a qualche anno fa era a dir poco inimmaginabile”.

“Il risultato di questa partecipazione per il mondo dei ciechi e degli ipovedenti italiani – continua Daniele – dipenderà in grande parte da Gerry: è importante infatti che ricordare che Gerry è una persona e come tale, diversa da tutte le altre, cieche o vedenti che siano”. E’ necessario dunque, secondo l’opinione del presidente dell’Uic, che “l’opinione pubblica e il pubblico del Grande fratello non categorizzino, perché tutti i ciechi sono diversi tra loro: c’è chi è più furbo e chi meno, chi è più intelligente e chi più lento, chi è più simpatico ed estroverso e chi più chiuso e sgarbato. Ogni cieco è una persona, e come tale, diversa e particolare”. Ecco allora che è da evitare il fatto che “si cada nello stereotipo del cieco, nella spettacolarizzazione della disabilità o nel pietismo che troppo spesso incontriamo sulla nostra strada”.

Daniele, ricordando l’imbarazzo degli altri partecipanti al reality nel momento in cui Gerry è entrato nella casa, si sofferma poi sulla scarsa conoscenza della realtà delle persone cieche e sulle domande che non solo i concorrenti del Grande Fratello ma anche molti altri milioni di persone in tutto il paese si fanno: “Come ci si comporta con un cieco? Di cosa si parla? Come ci si muove in sua presenza? Si può parlare di tutto?”. La partecipazione di Gerry, da questo punto di vista, “potrebbe aiutare i ciechi a farsi conoscere” e gli altri a conoscerli: “Se si riuscisse a far sparire quell’imbarazzo che spesso incontriamo, sarebbe una grande vittoria”.

L’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti mette anche in risalto che la partecipazione del giovane al Grande Fratello è l’occasione per “far sapere in giro che la maggioranza dei non vedenti / ipovedenti sono delle persone intelligenti e capaci che possono compensare il loro svantaggio grazie alle loro competenze e alle moderne tecnologie”. Si tratta dunque di “accogliere questa comunicazione, di cancellare l’immagine del disabile e di voler vedere un individuo in carne e ossa: il portatore di handicap è un essere umano che, come tutti, possiede e dimostra di avere almeno una abilità, che eccelle in una cosa e sbaglia in un’altra, che fa il possibile per rendersi autonomo senza però rinunciare alla famiglia, agli amici veri, alla salute e alla dignità”. (ska)

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