L’iniziativa grazie alla collaborazione di Legacoop Calabria: ”E’ un tentativo, ma questa cooperativa non potrà farcela da sola”. Appello alle istituzioni
CATANZARO – Interagire e integrarsi con il contesto cittadino a partire dal lavoro. Nasce con questi intenti, a Catanzaro, la cooperativa Venezia formata da persone di etnia rom e costituita con il sostegno di Legacoop Calabria. “L’integrazione – affermano Quirino Ledda, responsabile di Legacoop sociali e Angela Robbe, responsabile area lavoro dell’associazione – non è una strada facile. Non lo è per chi accoglie, non lo è per chi è accolto, mai. Quando poi alle normali resistenze si aggiunge la diffidenza alimentata da comportamenti e scelte quanto meno discutibili diventa un percorso in salita. E’ questo il caso dei rom a Catanzaro. Nonostante la loro presenza sia ormai storica, non sono ancora sentiti come parte della cittadinanza e, ancora oggi, non hanno accoglienza ‘a braccia aperte’ anche perché, del resto, non sempre hanno avuto atteggiamenti concilianti”.
Ledda e Robbe spiegano ancora che la cooperativa Venezia che si occuperà della fornitura di servizi, è nata per chi ha voglia di fare, di lavorare e di trovare un proprio spazio nella città di Catanzaro. Propositi fattibili per la nuova realtà sociale, anche se dovrà incontrarsi con tanti che la guarderanno inizialmente con diffidenza, dovrà essere più rigorosa di altre imprese nelle scelte e negli atteggiamenti, e forse dovrà superare anche lo scettiscismo degli stessi rom.
“E” un tentativo che, comunque, abbiamo ritenuto giusto sostenere. I presupposti ci sono – ribadiscono ancora i dirigenti di Legacoop – ma questa cooperativa non potrà farcela da sola, è una scommessa sulla quale ora sono chiamate anche le istituzioni locali perché possa avere risultati positivi e ci auguriamo che colgano questa opportunità”. Ledda e Robbe puntualizzano: “Se questa scommessa sarà vinta dalla cooperativa Venezia avremo tutti contribuito a mettere un tassello sulla via dell’integrazione, se questa scommessa sarà persa per distrazione del contesto, forse senza far niente avremo perso un po’ tutti un’occasione. Ciò alimentando la distanza già ampia che ci separa dall’etnia Rom e lasciando spazi di malessere che sono la riserva naturale dove pescano le organizzazioni illecite”. ( msc)
Quella della cooperativa Venezia è proprio una bella iniziativa. Va valorizzata; intorno ad essa bisogna chiamare il sostegno delle organizzazioni nazionali e delle istituzioni locali.
Mettere in moto un tentativo di censimento delle esperienze di integrazione.
Molti rom sono perfettamente integrati ma vogliono chiudere gli occhi sulle origini.
Melfi è un esempio.