Cinesi in Italia: fa più paura la crisi della convivenza

Per i commercianti dell’Esquilino il problema è economico. Xiao Ying, mediatrice culturale: ”L’anno scorso 1 euro era pari a quasi 11 rmb, ma oggi vale poco più di 8 rmb. Le merci prima di arrivare in Italia hanno già perso valore”

ROMA – Convivenza e rapporti di buon vicinato? Niente affatto, i problemi in questo momento sono di tutt”altro genere. Oggi, infatti, a preoccupare i residenti cinesi del quartiere Esquilino di Roma è soprattutto la crisi economica. Parola di Xiao Ying, mediatrice culturale per il Progetto Mediazione Sociale-Esquilino (gestito dalle cooperative sociali Parsec, Eureka Primo, Magliana 80 e finanziato dal dipartimento Sicurezza del Comune di Roma), promotore insieme al Consorzio Corime (formato dai commerciati che gestiscono il mercato) della manifestazione “Assaggia il mondo”, che lunedì 26 gennaio, in concomitanza con l’inizio del Capodanno cinese, proporrà alla cittadinanza un’ampia selezioni di piatti e ricette provenienti dalla Cina.

“A Piazza Vittorio la maggior parte dei commercianti stranieri sono bengalesi e cinesi, e tra loro i rapporti sono buoni – spiega Xiao Ying -. In questo momento il problema è tutto di tipo economico. I commercianti cinesi non hanno guadagno, e hanno perso molti soldi”. E a riprova di quanto la crisi stia già cominciando a mordere Xiao Ying riporta un esempio: “L’anno scorso 1 euro era pari a quasi 11 rmb, ma da qualche mese 1 euro vale poco più di 8 rmb. Questo vuol dire che le merci prima di arrivare in Italia hanno già perso valore”. A ciò si aggiunge il calo delle vendite, che per la comunità cinese dell’Esquilino vuol dire in meno lavoro e meno affari. “I commercianti dicono che questo è in assoluto è l’anno peggiore da quando sono arrivati in Italia – prosegue la mediatrice culturale. – Nonostante i prezzi bassi è difficile vendere, e a risentire della crisi sono sia i commercianti al dettaglio che all’ingrosso. Già l’anno scorso il lavoro era diminuito rispetto agli anni precedenti, ma questo mese la situazione è diventata ancora più grave. E la cosa peggiore è che se i commercianti perdono le vendite di questo periodo non riusciranno più a vendere le merci”.

Risultato: alcuni, soprattutto gli imprenditori più ricchi e intraprendenti, spiega Xiao Ying hanno già cominciato a tornare in Cina, mentre altri cominciano a prendere in considerazione l’idea di trasferirsi in altri Paesi. Ma non tutti hanno la possibilità di scegliere, e agli altri non resta altro che aspettare (e sperare) che passi la crisi. (ap)

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