Pensioni, ”anomalia italiana”? Inca Cgil: ”No, errori contabili di Eurostat”

L’Osservatorio politiche sociali in Europa analizza lo studio presentato dalla Fnp-Cisl e spiega: ”La spesa italiana per le pensioni scenderebbe sotto la media Ue se si escludessero dal computo a le indennità di fine rapporto”

BRUXELLES – Nell’Europa dei 15, ossia nei paesi con un sistema economico e sociale più vicino a quello italiano, la spesa media per le prestazioni sociali nel loro complesso è pari a circa 7000 euro Spa (standard del potere d’acquisto) per abitante, con valori che oscillano tra i 12900 del Lussemburgo e i 4800 della Spagna.

L’Italia è nella media, mentre sopra i 7000 spa troviamo, oltre al Lussemburgo: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. Ad evidenziarlo è l’Osservatorio Inca Cgil per le politiche sociali in Europa, che prende spunto da quanto affermato oggi dalla Fnp-Cisl.

“Si parla spesso, e ne parla anche lo studio della Cisl, di anomalia della spesa italiana per la vecchiaia (pensioni + prestazioni per i superstiti) – ricorda l’Inca Cgil -. Abbiamo provato a simulare quale sarebbe invece la distribuzione effettiva della spesa sociale italiana se, lasciando invariate le spese reali pro-capite per vecchiaia, superstiti e invalidità, si aumentassero le altre voci di spesa fino al livello della media europea Ue a 15; si escludessero dal computo delle spese per la vecchiaia le indennità di fine rapporto che l’Eurostat per errore contabilizza”.

Dalla simulazione si nota come, con le modifiche di calcolo ipotizzate, l’incidenza percentuale della spesa per la vecchiaia scenderebbe al di sotto della media europea (dal 51 al 39%), mentre quella per i superstiti, pur restando comunque elevata, scenderebbe di due punti percentuali, da 8% a 6%. “Infatti, di là delle anomalie di calcolo imputabili al sistema statistico europeo, è proprio l’articolazione della spesa sociale italiana ad essere effettivamente sbilanciata – afferma l’Inca Cgil -. Nel nostro paese le spese sociali per la famiglia, la disoccupazione, l’edilizia sociale e la lotta all’esclusione sociale sono sempre assai più basse rispetto alla media dei paesi europei e sarebbe opportuno intervenire su queste invece che sulla spesa per gli anziani”.

I paesi che spendono di più per le prestazioni di disoccupazione sono Spagna (12,4%) e Belgio (12,2%), praticamente il doppio della media europea. Spiega l’Inca Cgil: “In Spagna questo indice di spesa è spiegato in parte da un tasso di disoccupazione tra i più alti (9,2% nel 2005), inferiore tra l’Europa dei 15 soltanto alla Germania. In Belgio invece, dove il tasso di disoccupazione era nel 2005 al 8,4%, l’alta percentuale di spesa per la disoccupazione è dovuta al suo sistema di protezione sociale, che offre una garanzia particolarmente elevata ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro. In Svezia, per fare un altro raffronto, dove il tasso di disoccupazione è del 7,4%, le prestazioni di disoccupazione rappresentano il 6,2% della spesa totale per la protezione sociale. L’Italia, con un tasso di disoccupazione praticamente identico a quello belga (7,7%), destina a questo tipo di prestazioni appena il 2% della spesa sociale, ossia all’incirca come Bulgaria e Lituania e meno di paesi come Lettonia, Polonia e Romania”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.