Il forum sociale mondiale a Belem dal 27 gennaio al primo febbraio prossimi: attesi ong, sindacati e associazioni di 150 diversi paesi. Zanotelli: ”Abbiamo poco tempo per scongiurare la morte del nostro pianeta”
ROMA – Dall’Africa all”America Latina. I movimenti che fanno parte del Forum sociale mondiale, la più grande rete di associazioni, movimenti, ong, sindacati, si sono dati appuntamento quest’anno in Amazzonia (Brasile). Dopo la puntata 2008 di Nairobi, il forum mondiale si terrà infatti a Belem, in Amazzonia dal 27 gennaio al primo febbraio prossimi. Tema dell’incontro che vedrà la partecipazione delle organizzazioni (ong, sindacati, associazioni) di 150 diversi paesi sarà questa volta la crisi globale. “Per rispondere alla crisi globale – è stato detto oggi durante la conferenza stampa di presentazione a Roma – è necessario trovare risposte globali”.
I temi centrali del Forum – ha spiegato Raffaella Bolini dell’Arci – si concentreranno sulla crisi economica, ma non ci dimentichiamo affatto del tema ambientale, che è strettamente legato “Abbiamo poco tempo – ha detto Alex Zanotelli – per scongiurare la morte del nostro pianeta causata dalle distorsioni della globalizzazione. Anche dal punto di vista ambientale siamo ormai al limite”. Ma non c’è solo lo spettro della crisi ecologica globale all’orizzonte. Ci sono anche i problemi di milioni di persone – ha spiegato sempre Zanotelli – che vivono nel sud del mondo o nel sud del nord, come succede per esempio a Napoli, dove solo la propaganda mediatica del governo ha fatto credere che il problema dei rifiuti fosse stato risolto. “Non è affatto vero – ha detto Zanotelli – a Napoli si sta morendo di rifiuti”. Poi c’è il grande tema dei beni comuni, a partire dall’acqua. Le prossime guerre – hanno detto sia Zanotelli, sia gli altri partecipanti alla conferenza stampa – si combatteranno soprattutto sull’acqua. “Dopo i milioni di morti per fame – ha concluso Zanotelli – ora siamo in procinto di creare milioni di morte di sete se il progetto di privatizzazione dell’acqua dovesse andare in porto”.
Alla conferenza stampa, durante la quale hanno parlato vari rappresentanti delle organizzazioni (Bernocchi, Mecozzi, De Marzo, Belestri, ecc), ha partecipato anche Luis Evelis Andrade Casama, presidente del Fondo indigeno Latinoamericano e portavoce del movimento indigeno colombiano. “Il Forum di Belem – ha detto – dovrà avere il coraggio e la forza di rimettere in discussione il concetto di sviluppo economico che ci sta uccidendo. Non si tratta solo dell’esclusione di milione di persone, ma anche della devastazione ambientale che questo sviluppo sta producendo”. Parlando a nome degli indigeni, Luis Evelis Andrade Casama, ha voluto precisare che il suo movimento non è più disposto a farsi trattare da soggetto folkloristico. “Noi – ha detto – vogliamo essere insieme a voi un soggetto politico: per questo abbiamo deciso di cominciare ad elaborare proposte. E una di queste proposte che presenteremo a Belem riguarda il concetto di Stato Plurinazionale, che possa garantire in ogni parte del mondo tutte le minoranze indigene”. Ma anche per Casama, come per Zanotelli, il fulcro della questione riguarda il modello di sviluppo. Per prima cosa, ha detto il rappresentante degli indigeni latinoamericani, dobbiamo imparare a difendere la “madre terra”. (pan)