Gli imam? ”In Italia ce ne sono pochi e non fanno i macellai”

Parla Amir Younes, responsabile del Centro Mecca di Torino: ”Va chiarito un equivoco: un conto è guidare la preghiera per un giorno, un altro diventare imam, strada lunga e che non si improvvisa”

TORINO – “Prima di tutto è necessario fare chiarezza sul termine ‘imam’ e rassegnarsi al fatto che i giornali ne abbiano sempre fatto un uso errato. A a parte quello della moschea di Roma, in giro ce ne sono pochi”. Per capirci, non lo erano l’imam di Porta Palazzo Bouiriqi Bouchta, né l’altro di Torino Mohamed Kohaila.

“Perché l’imam non fa il macellaio, né il commerciante, ma è ‘la guida’, una figura di riferimento a tempo pieno, che porta la sua comunità a seguire determinati valori”. Amir Younes, responsabile del Centro Mecca di via Botticelli di Torino, spiega l’equivoco strumentalizzato da molti in questi anni. Insomma, tanti sono guide solo durante il momento della preghiera. “Un imam ha una grande responsabilità all’interno di una comunità – racconta – è una guida, ha una formazione specifica e lavora per lo Stato. Deve aver frequentato la scuola coranica, deve sapere il libro sacro a memoria, imparare la Sharia, laurearsi e fare pratica in una moschea. Solo a questo punto diventa un imam”. Una strada lunga, dunque, che non si improvvisa; e come i nostri sacerdoti, sta in moschea tutto il giorno, si occupa delle anime assegnategli “e non può dire cose che allontanino il dialogo fra paesi o fra membri della comunità”.

“Gli imam arrivano in Italia dai paesi d’origine durante il Ramadan, e sono riconosciuti dalla comunità come guide spirituali”. Molti altri, invece, sono di riferimento solamente durante la preghiera, perché l’Islam preferisce si preghi in gruppo; chi conosce qualche Sura del Corano può essere figura di riferimento, ma solo in quell’occasione, e qualsiasi musulmano può farlo. È un momento in cui il responsabile guida i fedeli davanti a Dio, ma la preghiera dura solo una decina di minuti. Chiarito questo punto, Amir Younes ci racconta come avviene l’orazione: l’orario cambia a seconda della luna e della stagione, e si prega cinque volte al giorno: all’alba, verso mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e due ore dopo il calare del sole. La durata è breve: dai cinque ai dieci minuti. Il venerdì, giorno sacro, il rito è più lungo, dopo la chiamata dei fedeli da parte del muezzin (come per noi la campana), la guida (imam) fa un discorso di mezz’ora, e poi si prega.

A Torino le moschee sono dieci, ma anche sul termine “moschee” ci vogliono alcune precisazioni. Niente a che vedere con il magnifico tempio romana: a Torino si prega nei cortili delle case, nei garage, in alloggi appositamente affittati. In corso Giulio Cesare El Salam c’è la prima, mentre la più recente e organizzata è al Centro Mecca di via Botticelli. Le altre sono quasi tutte vicine, nelle zone dove batte il cuore più etnico della città: via Parini (Tiba), via Saluzzo (Omar Ibn Khattab), piazza Repubblica (ex regno dell’ex imam Bouchta), due in corso Regina Margherita, via Cecchi (Nur), via Baretti.

In nessuna di queste moschee si prega in strada come a Milano, “Qui l’atmosfera è di assoluta tranquillità. All’inizio alla gente poteva creare qualche problema, perché non erano abituati a vedere gente che pregava nei cortili, ma anche se la comunità è numerosa e negli ultimi anni è cresciuta molto, va tutto bene”.

Nelle moschee pregano anche le donne, che hanno uno spazio loro, separato da quello degli uomini. Unicamente, assicura Younes, perché la preghiera è un dialogo con Dio e nessun pensiero deve distrarre. “Quella musulmana è una la religione di dialogo, di convivenza, di fratellanza, che rispetta molto la donna”. Donna che già pregava col Profeta, nelle moschee. Può anche succedere però che qualche responsabile della moschea, ignorante in materia, non avendo studiato, possa dare notizie sbagliate. (rf)

One thought on “Gli imam? ”In Italia ce ne sono pochi e non fanno i macellai”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.