Luoghi di culto e manifestazioni: musulmani italiani d’accordo

Il provvedimento annunciato da Maroni condiviso dall’Imam della moschea di via Meda, a Milano: ”Occorre arginare le manipolazioni e l’integralismo”. ‘Abd al-Sabur Turrini (Coreis): ”Siamo contrari all’uso delle piazze per fini ideologici”

MILANO – “Ancora non conosciamo il testo, ma la direttiva del ministro Maroni sarà certamente applicabile. È un provvedimento di buon senso, che mira a razionalizzare l’organizzazione e i percorsi dei cortei, tutelando i diritti di tutti e preservare alcune zone da eccessi”, è il commento del prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, a margine del convegno “Il sacro e la pace” organizzato dalla Coreis (Comunità religiosa islamica), che si è svolto questa mattina al Castello Sforzesco.

Il provvedimento annunciato ieri dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, arrivato dopo le preghiere dei fedeli musulmani in piazza Duomo a Milano (il 3 gennaio scorso) e in piazza Maggiore a Bologna, prevede infatti che i luoghi di culto siano interdetti ai percorsi dei cortei e manifestazioni, così come già avviene per le sedi istituzionali, quelle di partito e le rappresentanze diplomatiche. E sulla moschea di viale Jenner, i cui fedeli hanno dovuto pregare per anni in strada, il prefetto ha aggiunto che “la soluzione del Palasharp sta dando buoni risultati e stiamo lavorando affinché l’esperienza continui almeno fino al mese di giugno”.

Anche Yahya Pallavicini, imam della moschea di via Meda e vice presidente della Coreis, approva la proposta di Maroni: “Sono d’accordo: occorre arginare le manipolazioni e l’integralismo”. La Comunità religiosa islamica (Coreis) è presente in tutta Italia con 11 sedi, frequentate da circa 5 mila fedeli prevalentemente di origine italiana. Il parere di Pallavicini viene ripreso anche da ‘Abd al-Sabur Turrini, direttore generale della Coreis: “Siamo contrari all’uso delle piazze per fini ideologici. Confondere la religione con problemi politici o ideologici è sbagliato”.

In occasione del convegno “Il sacro e la pace” (vedi lancio precedente) inoltre la Coreis ha lanciato un appello in cui ribadisce “ i principi immutabili dell’Islam autentico, ortodosso e tradizionale”. Essere moderati – si legge nel comunicato – non significa essere meno religiosi: l’integralismo infatti è una dottrina ideologica contraria ai principi dell’Islam e non, come qualcuno crede, espressione di una maggiore adesione alla religione islamica. “La fede produce moderazione, ordine e armonia -prosegue il testo-. La fede religiosa non si manifesta in ostentazioni collettive, ma nella disciplina interiore ed esteriore, nel rispetto del prossimo, nella solidità delle virtù. Da Milano ci impegniamo a realizzare un percorso in comunione con i cittadini e i credenti che sappiano onestamente gareggiare nelle buone opere”. (is)

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