Libera contro l’Osservatorio Onu: inattendibili i dati sulla produzione di coca

Sono 1.400 le tonnellate di droga ”invisibili” agli occhi delle Nazioni unite e degli Stati uniti secondo il rapporto presentato stamattina: 600 annue per l’Unodc, 2000 per Libera

ROMA – Colombia, Stati Uniti e Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime) sono il nuovo triangolo delle Bermuda, ma nel nulla non scompaiono aerei o mercantili, bensì i dati sulla droga. Interi carichi di cocaina pura e migliaia di ettari di piantagioni. Soltanto lo scorso anno circa 1.400 tonnellate di stupefacente sono infatti diventate invisibili agli occhi delle Nazioni unite e degli Stati uniti. Lo rivela Libera in una ricerca sulla produzione e il traffico di cocaina mondiale presentata oggi a Roma nella sede della Federazione Nazionale della Stampa. Sotto accusa i dati forniti dall’Unodc, ufficio deputato alla raccolta dei dati sul traffico di droga mondiale e al contrasto del fenomeno, e dalle autorità americane, secondo i quali la produzione di cocaina corrisponderebbe a 600 tonnellate annue, contro le 2.000 contestate dall’associazione di don Ciotti.

Nel corso del 2008, grazie al lavoro di Sandro Donati, Libera ha raccolto un’enorme quantità di dati (per un totale di 25.914) che dimostrano come tra le carte dell’Unodc ci siano falle enormi. Secondo quanto riporta lo studio, solo nel 2008 l’Observatorio Nacional de drogas de Colombia, che raccoglie e diffonde in comunicati giornalieri l’attività di contrasto al traffico di cocaina di diversi organismi governativi, militari e di polizia, sono state registrate 2.338 azioni antidroga che hanno portato alla scoperta e alla distruzione di 3.348 laboratori del prodotto intermedio, ovvero la coca base. Inoltre, le autorità hanno scoperto e distrutto anche 311 ‘cristalizaderos’, raffinerie dalle quali esce il prodotto finale: il cloridrato di cocaina. Il prodotto immesso sul mercato. Dalle stime fornite sulla produzione mensile di circa la metà dei cristalizaderos individuati dalle autorità, il dato dell’Unodc pare immediatamente inadeguato. La somma della produzione media di 152 raffinerie è pari a 599 tonnellate e 494 chilogrammi di prodotto finito. Mezzo chilo in meno del dato Unodc. A tale dato mancano, però, le stime dei restanti 159 cristalizaderos. Nonostante le dimensioni paragonabili ai 152 per cui sono state rese note le stime, lo studio calcola per prudenza la loro produzione in sole 200 tonnellate. Per un totale di 800 tonnellate prodotte in un solo mese.

Il risultato finale dell’elaborazione permette di ritenere che i 311 cristalizaderos colombiani abbiano prodotto nel 2008 almeno 1.400 tonnellate di cocaina. A questo dato, continua il rapporto, va aggiunta la produzione delle raffinerie non individuate dalle autorità, che in base alla quantità di droga sequestrata nelle fabbriche clandestine è molto più alta della produzione dei cristalizaderos distrutti. Seguendo criteri restrittivi le raffinerie non diatrutte hanno prodotto soltanto 600 tonnellate di droga. Da questo dato si giunge ad un ‘prudente’ totale di almeno 2.000 tonnellate di cocaina, una produzione 3,3 volte superiore alle stime dell’Unodc e 3,7 volte maggiore delle stime statunitensi.

“Sulla raccolta dei dati – spiega Donati – sono stati adottati criteri restrittivi per poter il più possibile dare una stima realistica della produzione annua di cocaina. Questo a causa delle possibili obiezioni sul rischio propaganda delle diverse forze di polizia colombiane”. Tra le varie stime provenienti anche da diverse fonti, però, c’è un’omogeneità di fondo, anche rispetto ai sequestri e sulla dimensione complessiva delle rotte aeree e navali sospette rilevate dalle autorità statunitensi. Tutti i dati dello studio, come già fatto in occasioni precedenti, verranno messi a disposizione delle istituzioni nazionali e internazionali che vogliano verificarli e prenderne atto. (Giovanni Augello)

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