Il giudizio del presidente Michele Mangano: ”Per il contrasto alla povertà si propongono social card e bonus senza tenere conto del reddito minimo vitale”. Critiche anche alle politiche per l’invecchiamento attivo
Roma – Dal governo politiche vecchie e inadeguate sul fronte dell’inclusione e della protezione sociale”. É critico il giudizio del presidente dell’Auser Michele Mangano all’indomani dell’incontro tra i rappresentanti del ministero delle Politiche sociali e le forze sociali, sul rapporto nazionale relativo alle strategie che il governo intende portare avanti sul terreno della protezione, l’inclusione sociale e le cure a lungo termine per il triennio 2008-2010.
“L’incontro – dichiara Mangano – ci ha suscitato numerose perplessità sia nel metodo che nel merito. In primo luogo il nostro interlocutore ‘istituzionale’ è stato non il sottosegretario, ma un vice capo di Gabinetto che altro non ha potuto fare che ascoltare le nostre osservazioni e impegnarsi a ‘riferire’. Inoltre se è vero, come si legge nel rapporto, che il ministero vuole aprire una nuova fase di confronto con le forze sociali sui temi sanitari, previdenziali e sociali occorre essere coerenti e conseguenti a tale decisione fissando un tavolo permanente di concertazione analogo a quello già costituito e praticato per i livelli istituzionali (stato-regioni-enti locali).
“Non sono previsti stanziamenti di risorse – precisa Mangano – . Vengono richiamati solo gli investimenti già fatti tra il 2007 e il 2008 che sono assolutamente inadeguati; si fa riferimento alla necessità del rispetto della compatibilità per contenere il debito pubblico e nulla si dice sull’ammontare delle risorse che si vogliono destinare alla realizzazione del piano triennale sulle politiche sociali e sanitarie. Dunque, si rischia davvero di parlare alla luna. Per i mezzi di contrasto alla povertà si fa riferimento, ancora una volta, alla social card e ai bonus senza tener conto del reddito minimo vitale, orientamento da tempo assunto a livello europeo.
“Sul terreno dell’integrazione socio-santaria si continua a eludere il tema principale per una corretta integrazione degli interventi sociali con quelli sanitari, e cioè quello della determinazione dei livelli essenziali sociali. Sul libro verde, che nel piano triennale viene più volte richiamato, abbiamo sottolineato la necessità di conoscere quante delle nostre osservazioni sono state recepite e quante respinte con le relative motivazioni. Su questo punto, il dialogo rimane ancora aperto. Abbiamo ribadito la necessità di una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza. E sull’invecchiamento attivo abbiamo sottolineato che la strategia sulla quale lavora il governo è assolutamente inadeguata e parziale. Continuare a collegare il tema dell’invecchiamento attivo all’allungamento dell’età pensionabile appare una scelta antiquata e assolutamente riduttiva rispetto alle potenzialità che una vera politica sull’invecchiamento attivo può offrire alla comunità ed all’insieme della società valorizzando la risorsa anziani”.