Mons. Giancarlo Maria Bregantini, nuovo Arcivescovo di Campobasso-Boiano

La comunità diocesana esprime “profondo rammarico per la notizia del trasferimento”

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 8 novembre 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha nominato Arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano, mons. Giancarlo Maria Bregantini, C.S.S., membro della Commissione Episcopale della C.E.I. per il clero e la vita consacrata e finora Vescovo di Locri-Gerace.

Il Santo Padre ha infatti accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi presentata da mons. Armando Dini al raggiungimento dei 75 anni d’età (in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico).

Mons. Giancarlo Maria Bregantini, C.S.S., è nato a Denno, nell’arcidiocesi e provincia di Trento, il 28 settembre 1948. Ha emesso la professione perpetua il 13 giugno 1974. Fin da giovane religioso è stato trasferito in Calabria. È stato ordinato sacerdote a Crotone il 1° luglio 1978.

Dal 1978 al 1987 è stato Vicario cooperatore nella parrocchia di S. Chiara in Crotone, Delegato diocesano per la pastorale del lavoro, Docente di Storia della Chiesa nel Seminario Regionale di Catanzaro e di religione presso l’Istituto Nautico di Crotone. Nello stesso periodo ha curato l’animazione spirituale degli obiettori di coscienza.

Dal 1982 al 1985 è stato eletto Consigliere provinciale della Provincia Stimmatina Santa Maria della Speranza. Dal 1985 al 1987 è stato Cappellano del carcere circondariale di Crotone. Dal 1987 al 1994 si è dedicato alla formazione dei Chierici della Congregazione delle SS. Stimmate di N.S.G.C.

Nel 1990 è stato trasferito in Puglia ed è stato nominato parroco di San Cataldo, a Bari. Nel 1992 gli è stato affidato l’incarico di Cappellano del Centro Traumatologico Ospedaliero di Bari e di Docente di religione presso un Istituto privato gestito da religiose.

Eletto alla Chiesa di Locri-Gerace il 12 febbraio 1994, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 7 aprile dello stesso anno.

Mons. Bregantin prenderà possesso della nuova arcidiocesi nella seconda metà del mese di gennaio 2008 e fino ad allora rimarrà nella sua diocesi in qualità di Amministratore diocesano.

Il futuro Arcivescovo di Campobasso ha rappresentato per la Calabria, e per la Locride in particolare, il più forte sostenitore e difensore dei diritti e della legalità. E’ famosa la lettera da lui indirizzata a tutti i parroci della diocesi nell’aprile del 2006 nella quale condannava con la scomunica coloro che attentato continuamente alla “sacralità della vita”, commettendo violenze, sparando e uccidendo.

In un comunicato emesso dalla diocesi di Locri-Gerace si legge che “la Comunità Diocesana, con vivo e profondo rammarico per la notizia del trasferimento dell’amatissimo Pastore, da Lui serenamente accolto in obbedienza al Papa, dopo più di 13 anni di episcopato, esprime a Lui immensa gratitudine e formula gli auguri più fervidi e sinceri per il nuovo e più alto ministero apostolico”.

In un lungo messaggio alla Chiesa di Locri-Gerace in occasione della nomina, mons. Bregantini spiega che nel mese di luglio di quest’anno aveva accolto l’invito dell’Arcivescovo di Campobasso, mons. Armando Dini, a predicare un corso di esercizi spirituali al clero di quella diocesi e delle diocesi vicine e che pochi giorni dopo, una volta presentate le dimissioni da parte dell’Arcivescovo Dini, era stato proposto il suo nome, finito poi nella terna presentata al Papa

“Tutto qui. Tutto alla luce di Dio. Tutto nella tradizione di uno stile ormai consolidato e lucido – afferma –. Niente, dunque, trame oscure, niente giochi di potere, né di invidia o gelosia”.

Sempre nella lettera, il presule si rivolge ai giovani invitandoli a “lottare sempre contro la logica del destino, a vincere con fiducia la rassegnazione, certi che i piccoli passi portano a grandi mete, sapendo sempre intrecciare sogni e segni, con sereno equilibrio e fattiva concretezza”.

“In Gesù Risorto avete la risposta ad ogni domanda che angoscia il vostro cuore – continua –. Amatelo e seguitelo fino alla croce, nella logica del seme che muore al fine di portare frutto. Poiché siete stati seme, germoglio ed ora dovete essere frutto!

“Ai fratelli deviati dalla mafia”, scrive invece: “E’ a voi che rivolgo con cuore evangelico una consegna importante: la misericordia di Dio non si scandalizza del peccato, anzi Gesù si ferma proprio nella casa di Zaccheo, perché non è bloccato dai pregiudizi della gente né dall’orrore del male compiuto da quest’uomo, ma è spinto solo dall’amore del Pastore che, inquieto, va in cerca della pecorella smarrita”.

“Fate ritorno alla pace di Dio, nelle vostre famiglie, con azioni di coraggio e di perdono,vero profumo per i nostri paesi”, conclude infine.

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