Centri commerciali, parchi, spiagge: il tempo libero degli immigrati

Indagine dell’università Milano Bicocca fotografa i luoghi ”della convivenza interculturale”. Le gite domenicali per raggiungere città d’arte e luoghi di culto diventano occasioni di conoscenza del Paese ospitante

FIRENZE – Privilegiano i parchi, le zone termali, ma anche le città d’arte e i luoghi di fede. Gli immigrati in Italia trascorrono il loro tempo libero, quello del turismo e del riposo, privilegiando le gite domenicali e la scoperta di posti nuovi. Lo rivela una ricerca realizzata dal gruppo di ricerca della professoressa Mariangela Giusti, fiorentina, docente all’Università Milano Bicocca, e pubblicata ora nel libro “Immigrati e tempo libero: comunicazione e formazione a cielo aperto”. La ricerca, che nel volume è intervallata da suggerimenti di attività didattiche per ragazzi e adulti, ha coinvolto un campione di 150 persone. E’ stata condotta con metodo etnografico e ha visto come protagonisti due tipologie di immigrati: persone da molto tempo in Italia, con figli e famiglia al seguito – per lo più nuclei familiari sudamericani e filippini – e persone sole immigrate da poco, per lo più donne dell’Est Europa. Strumenti privilegiati dello studio sono stati un questionario e un’intervista.

Dall’indagine, che parte dalla Lombardia, emerge che i luoghi dedicati al tempo privato, quello del turismo e del riposo, sono i parchi, ma anche le coste della Versilia, le località termali, le città d’arte di tutta Italia e luoghi di fede. Nel tempo dedicato alle gite domenicali, i gruppi e le famiglie provenienti da altrove si conosco e riconoscono, confrontano sé stessi e le loro tradizioni con lo stile di vita degli italiani. Dalla ricerca emerge, per esempio, il punto di vista “doppio” di molte badanti sulla realtà italiana: esse vedono dall’interno, con gli anziani che accudiscono, e da fuori, durante il loro tempo libero, la vita e le usanze degli italiani.

La ricerca parte dall’assunto che anche i luoghi del tempo libero sono diventati meticci. Le spiagge, i lungolaghi, i parchi, i giardini pubblici, i centri commerciali sono luoghi dove la convivenza interculturale è un dato di fatto. Famiglie originarie di altri paesi, con tratti somatici, abbigliamenti, lingue che rimandano a mondi lontani, nelle quali visibilmente convivono diverse generazioni, sono sempre più “vere presenze” nelle occasioni en plein air del tempo libero. Gli spazi della vacanza di un giorno e del turismo vicino rappresentano bene la complessità, la ricchezza, le contraddizioni di una società (quella italiana) che sempre più si caratterizza come multiculturale. E i luoghi aperti del tempo libero sono inevitabilmente anche spazi per la formazione, per lo scambio attivo di comunicazione, per la rappresentazione della propria identità e per l’osservazione di quelle altrui. E’ vero che la formazione degli immigrati avviene in gran parte nei luoghi canonici (la scuola, in primo luogo), ma  recenti ricerche hanno dimostrato che è il territorio che conferisce un imprinting formativo importante a chi lo frequenta, lo vive, lo abita. (gr)

Fonte: Redattore Sociale

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