Segrè: ”La Social card non copre neanche un terzo della spesa alimentare dei pensionati”

Il docente ideatore del ”Last Minute Market” critica il rapporto Inran e presenta i dati di ”Carocibo”: ”Gli over 65 spendono in media 144 euro al mese per mangiare. Il contributo del governo andrebbe differenziato per regione”

BOLOGNA – La Social card copre meno di un terzo della spesa mensile alimentare di un pensionato: 40 euro su 144,30, per l’esattezza il 27,7%. È quindi “certamente un vantaggio, ma piccolo”. Inoltre “l’importo della carta acquisti del governo dovrebbe essere differenziato a seconda delle regioni, perché il costo della dieta tipo degli over 65 può variare anche sensibilmente da una città all’altra. La Social card, 40 euro al mese, in realtà non vale ovunque la stessa cifra: dipende da quanto costa realmente il cibo”. Sono le conclusioni di Andrea Segrè, fondatore del progetto Last Minute Market e preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che anticipa oggi i nuovi dati elaborati da Carocibo, un indicatore della spesa alimentare nato dalla collaborazione tra Ateneo bolognese, Last Minute Market (che è uno spin-off accademico dell’Università) e la società di studi Econometrica.

Segrè contrappone questi dati a quelli del rapporto Inran presentato oggi (vedi lanci precedenti), che il docente giudica “incompleto e un po’ autoreferenziale”. “Il vero problema – prosegue Segrè – è conoscere in tempo reale quanto costa mangiare in Italia. Ma molte volte abbiamo a disposizione dati vecchi – quelli del rapporto Inran si fermano spesso al 2005-2006 – oppure solo percentuali di aumento dei vari generi alimentari. Con Carocibo invece abbiamo introdotto un indicatore di spesa che dà cifre assolute e aggiornate”. E le cifre sono queste: un consumatore single tra i 65 e i 75 anni, considerando un paniere di 15 prodotti base dalla pasta al latte a frutta, formaggio, pollo e così via che corrispondono a un fabbisogno quotidiano di circa 2.152 chilo-calorie (kcal), spende 4,81 euro al giorno, pari a 144,30 al mese: oltre 100 in più rispetto al contributo della Social card, che copre appunto solo il 27,7% della spesa. I valori sono riferiti al settembre del 2008. Un italiano adulto di 35 anni, con un fabbisogno di kcal maggiore, nello stesso mese per mangiare ha speso anche di più: 6,77 euro a giorno, con un aumento del 6-7% rispetto all’anno prima.

Ma Segrè sottolinea un altro dato. “La Social card non ha lo stesso peso per tutti i pensionati. Dipende da dove si vive. A fronte di una media per l’Italia di 4,81 euro al giorno, la spesa varia tra i 5,95 euro di Aosta e i 4,31 di Bari. Si conferma un dato già noto: il costo dell’alimentazione è più basso al Sud rispetto al Nord, ad eccezione di Trieste, che con 5,29 euro si colloca al decimo posto della graduatoria, dopo Roma con 5,38 euro e prima di Perugia con 5,19 euro”. Per questi motivi “il contributo della Social card potrebbe essere differenziato a seconda delle regioni”. Più in generale, dice l’ideatore del Last Minute Market, la Social card presenta diversi problemi. “Intanto, come ha riconosciuto anche il governo, solo una piccola parte dei commercianti ha aderito all’iniziativa. Inoltre, le categorie merceologiche individuate dal ministero sono limitate a panifici, latterie, macellerie, spacci, drogherie e supermercati (quindi piccoli negozi), dove i prezzi medi non sono certo quelli delle grandi catene di distribuzione. Ci sono anche problemi legati all’informazione su dove acquistare, e soprattutto alla reale possibilità per i consumatori over 65 di potersi approvvigionare direttamente”.

Per Segrè l’indicatore di ricerca Carocibo “potrebbe essere utilizzato per orientare il consumatore, ma anche le istituzioni, sulla composizione della spesa alimentare sia a livello nazionale sia locale”. “Trovo il rapporto dell’Inran un po’ debole – conclude il docente – soprattutto nella parte delle ‘azioni’ indicate per contrastare il caro consumi alimentari. È un peccato non tenere conto di altri strumenti come Carocibo, e ignorare altre realtà ed esperienze come Last Minute Market o Pane Quotidiano a Milano, che recuperano i prodotti invenduti e le eccedenze alimentari in modo sostenibile”. (lb)

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