Il settore psico-fisico della sanità italiana da troppi anni “vive” tra ipocrite demagogie . Purtroppo !!!.

Una sentenza dell’Alta Corte Britannica condanna” il budget dell’ospedale”, che in Italia equivale al ” budget del ricoverato”, una autentica omissione di soccorso, una eutanasia imperante, un negato diritto alla vita !

Una volta, lo ripeto spesso a me stesso a mo’ di ricordo, mi colpì una frase di un disabile (Hpress Monza pag.50 del 31.1.2004) :“L’Italia non deve fare discriminazioni. Per me non è una condanna essere disabile, lo è essere italiano” !

Frase molto pesante, ma, purtroppo, vera!

Coloro che gestiscono la “res pubblica” non possono continuare a restare sordi a questo accorato grido di dolore di un singolo, esso raccoglie l’amarezza di una vasta moltitudine.

Debbo ricordare che il principio del rispetto della dignità del disabile fisico e dell’ handicappato psichico, titolari di diritti nei suoi aspetti sanitari e sociali, è garantito dalla Costituzione Italiana, in specie dall’art.32, e la loro situazione, come quella di tutti i cittadini, deve ottenere una grande attenzione sul piano sociale e legislativo: ( vedi mio intervento alla Radio Vaticana sulla “Giornata della depressione” avvenuta nella Sala Verde di Palazzo Chigi al Governo Berlusconi, “Rubrica Interviste” sitohttp://digilander.libero.it/cristianiperservire n. 14 del 16 marzo 2005 ).

Il 30 marzo 2004 presso la 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati era stato ripreso, dopo mesi di accese discussioni l’esame del provvedimento legislativo in materia di riorganizzazione della tutela dei malati di mente con il Testo Unificato Burani- Procaccini, nel quale era abbinata la n/s Petizione n.23. ( vedi sull’argomento “Rubrica Interviste” Radio Vaticana n. 7 del 3 novembre 2002 nel sito http://digilander.libero.it/cristianiperservire )

Ma quel Testo Unificato e Concordato fra le parti politiche finì in maniera alquanto misteriosa.! Il Presidente della Camera di allora On.Pier Ferdinando Casini non ha mai risposto, anche tutt’ora, alle mie richieste di conoscere il perché di questa omissione.

Risultato : la tematica della malattia mentale è sparito completamente dall’agenda parlamentare ed è tale oggi novembre 2011 ! Perché ?

L’ultima Relazione trimestrale ai sensi dell’art. 1 comma 24 della legge 23 dicembre 1996 n 662 inerente la malattia mentale, aggiornata al 30 giugno 2004 presentata al Parlamento Italiano dal Ministro della Salute, risale al 21 gennaio 2005 ! Non se ne conosce altre!

In essa sono documentati tutti i programmi di superamento ex-manicomi. in favore di strutture residenziali, come luoghi di destinazione elettiva e rapportate le iniziative adottate a livello nazionale e regionale sulla chiusura degli ospedali psichiatrici e sulla attuazione del Progetto-Obiettivo “Tutela della salute mentale 1994-1996”, dove si afferma che “tutti i programmi di superamento degli ex-o.p. pubblici sono stati completati”.

Domanda alla Politica :

A.) Perché continuano ad essere ricoverate le persone, dette “residui manicomiali”, nelle ex aree dove sorgevano i “manicomi”?

B.) Per quale motivo non si avvia una Indagine Parlamentare sulla situazione in atto dell’assistenza psichiatrica in Italia, come richiesta da “Cristiani per servire” al punto 17 della Petizione n. 5 ( 12° Commissione Igiene e Sanità e 3°Affari Esteri del Senato della Repubblica ) e n.9 ( 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati), Petizione abbinata ai progetti di riforma dell’assistenza èpsichiatrica, “ferma” dal 15 aprile 2008 ?.

C.) Perché si “parla” poco o “male” degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ?

Che cosa possiamo ricavare dai dati forniti dal’ultima Relazione?.

Questi dati non si discostano molto da quanto il Ministro della Salute aveva presentato il 20 ottobre 2003 in Parlamento, quindi semi compatibili con quelli degli anni precedenti. Ma perché nelle Relazioni non si ricordano le persone riconosciute colpevoli di reato, ma sofferenti di problemi psichici “ospiti”negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari , come proponeva il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 del Governo Berlusconi ?

E’ opportuno ricordare che il Senatore Ignazio Marino Presidente della “Commissione Parlamentare per il Servizio Sanitario Nazionale” non perde occasione per “denunciare a parole” la vergognosa situazione in atto sugli O:P:G: e l’On. Leo Luca Orlando Presidente della “Commissione Parlamentare per gli errori della Sanità”, tace sulla situazione malgrado le n/s più e più volte richieste di accertamento della verità.

Ma vi sono altre situazioni alle quali i due Parlamentari non rispondono alle n/s sollecitazioni, come diritto alla vita che va inserito al primo
posto e non che prevalga il “budget del ricoverato”, come nel Regno Unito pare vada in “ uso” il “budget dell’ospedale”, che vuole tralasciare, malati terminali, anziani, disabili, ricoverati in ospedale, senza cure costose e straordinarie. ( Alta Corte Britannica Giudice Justice Baker che ha affermato con Sentenza il mantenimento in vita una donna portatrice di handicap. ( Avvenire 29.9.2011 )

Anche questo è “uno squarcio sconvolgente nell’inferno dei dimenticati”, che avevo supposto con Petizione ( n.911 al Senato e n.787 alla Camera ) del 30 ottobre 2009 al Parlamento Italiano chiedendo un accertamento della verità, ancora senza risposta oggi 2011!

Vedi anche http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione al Parlamento Italiano.pdf.

Devo ricordare che anche il Cardinale Dionigi Tettamanzi, già Arcivescovo di Milano, aveva previsto( 4 giugno 1987) l’abbandono al loro destino di anziani senza una adeguata protezione alternativa, una “forma” di eutanasia, anticristiana, un “meccanismo” incivile, una “omissione” di soccorso, che, come pare avvenga in Inghilterra e se vera in Italia ai n/s giorni, offende la dignità della persona, nega il diritto alla vita e costituisce un crudele abbandono del malato, ancor più grave se disabile in tarda età od agonizzante :
http://www.youtube.com/watch?v=WrfMz5Gguoc
http://www.youtube.com/watch?v=9hntmII5A5M

Se i compiti d’azione dei NAS dei Carabinieri sono indirizzati alla tutela dei diritti e della dignità dei “malati”,com’è avvenuto in questi giorni in una struttura residenziale, allora la Benemerita svolge un’opera meritoria ed abbiamo fiducia che continui in questa azione umanitaria, di garanzia giuridica e di “spinta” per la soluzione del gravissimo problema dei disagiati psico-fisici.

Ma quanti disabili fisici e handicappati psichici vivono in famiglia e quali fattori ostacolano la loro integrazione oggetto di diverse indagini dell’ISTAT ?.

I dati forniti dall’ISTAT anche se possono sollevare dubbi o perplessità sulla loro reale autenticità, non possono far disconoscere che una buona parte di disabili fisici circa 3 milioni insistono nelle famiglie ( 73% anziani ), 900 mila le persone costrette a letto o su una sedia a rotelle, 1 milione e mezzo le persone costrette a casa con gravi handicap, come pure una grossa percentuale di malati psichici il 20% circa (quasi circa 10 milioni) soffrono di disturbi psichici e secondo l’ISTAT il 15% colpisce gli uomini ed il 25% le donne e gravano sulle famiglie e sulla società in genere.

Direi che attualmente non “vedo” alcuna attenzione da nessuna parte politica (e temo ecclesiale) per il problema dei malati mentali, ma solo per qualche “caso esemplare” trattato in modo patologico da tutte le parti, con nessuna pacatezza d’animo e rispetto per le persone.
Non bisogna dimenticare le 2000/3000 famiglie che si tengono in casa e curano da anni i loro parenti in stato vegetativo e di cui nessuno ne parla, mettendo totalmente in ombra altre tragedie come quelle dei malati mentali e delle loro famiglie che si devono confrontare quotidianamente con loro.

La depressione colpisce la popolazione giovanile fra i 18 ed i 30 anni ed il fenomeno acquista, sempre più, il carattere di vera e propria calamità sociale (ISTAT).

Il disagio mentale colpisce : gli adolescenti in circa 80 mila pazienti; immigrati senza fissa dimora; persone a seguito di fallimento; carenza di lavoro; persone con anomalo inserimento sociale, mentre in Europa 1 cittadino su 3 soffre di disturbi mentali, 1 su 7 di ansia- depressione (da ESEMED ( European study of epidemiology of mental disease) .

Il 9% su un campione di 1000 italiani nella fascia tra i 15 e 17 anni soffrono di anoressia e bulimia ( Datamedia), 1 su 4 adolescenti fanno uso di droghe ed alcolici ( Eurispes). La schizofrenia e la depressione-ansia colpisce circa il 2% della popolazione di tutti i 5 Continenti.

Questi pochi dati statistici non ultimi, ma certamente spaventosamente significativi, attestano la necessità di una urgente normativa di riorganizzazione dell’assistenza psichiatrica ed il Parlamento Italiano ( invece di dilungarsi) ne deve tener conto perché sia tenuta nella migliore considerazione l’esigenza dei malati, delle loro famiglie e per la sicurezza di tutti i cittadini, finora, vergognosamente lasciati soli.

Le tragedie quasi quotidiane che ci forniscono le cronache, originate da menti psichicamente instabili, traggono le loro origini da una chiara sintesi di disagio interno e di un equilibrio mentale inesistente o quanto meno molto carente.

Quello che purtroppo allarma maggiormente sono i “casi” frequenti che coinvolgono i giovani compresi nella fascia di età dai 4 ai 34 anni che per diversi motivi ed incidenti vari sono condannati ad una invalidità fisica, mentre una percentuale di adolescenti, ripeto, non è esente da disturbi psichici.

Nei dibattiti parlamentari e nelle leggi finanziarie non sono state riconosciute le urgenze di provvedimenti nei confronti del mondo della sofferenza, le cui difficoltà economiche delle famiglie unite al peso di una assistenza meticolosa e costante rendono insopportabile il vivere quotidiano, cosa che gli aridi dati statistici dell’ISTAT non hanno saputo mettere in evidenza.

Però assistiamo ad un vortice di parole,( oh! quante !), con i mass media “assenti” alla problematica, a scarsi dati statistici, ad esternazioni quasi fantasiose, anche da parte di coloro che “contano”, perché quelle che dovevano essere le risposte civili alle condizioni violente e brutali dei manicomi, si sono incarnate in un agire di azioni nazionali, regionali ed alle volte locali, che nella maggiore ipotesi sono a soddisfare, forse, gli interessi di privati più che fornire servizi efficaci ed efficienti.

Forse sono state espresse molte dichiarazioni o proposte da ogni parte, in quel mondo caotico immerso totalmente nel fango di una immoralità diffusa, non bene definito ed in un relativismo caotico che oscilla tra il pubblico-privato e profitto, ma poco disposto a considerare il “malato” e quanti hanno la sfortuna di essergli vicino.

“Non parliamo”, come dice in maniera molto significativa ed aderente alla realtà la Sig.ra Piera di una ben nota Redazione on line, “ dei media che creano panico ed infondono paura, quando addirittura non spingono con le loro trasmissioni alla rivolta sociale…”.

A volte “certi” mass media sono portavoce di cose futili, o grancassa di risonanza politiche, o diffusori di un spaventoso relativismo, più che spiegare reali situazioni che a volte assumono una valenza drammatica !

Si continua a proporre “soluzioni” come “Fiabaday”, lotta allo stigma sociale, al pregiudizio ed a riconoscere nella “1° Giornata Nazionale della Salute Mentale”, che il Ministro della Salute di allora si affannava a dichiarare “ efficienze prioritarie dell’attività del Ministero”, quasi a sottovalutare la pericolosità pubblica di questa malattia tra l’indifferenza dei politici, del Governo e del Parlamento successivi ed “altri”, mentre la vita continua ad essere scossa solo quando un “matto” diventa cronaca di prima pagina !

Ma uno dei problemi più scottanti di maggior rilievo che affliggono le famiglie dei disabili psico-fisici è l’incertezza del “dopo”, cioè dopo la morte di colui/e che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto per non avere ancora una ragionevole sicurezza o certezza sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare, malato psichico o disabile fisico , dovrà affrontare.

Il “dopodinoi”, cioè gli interventi che si ritengono necessari per garantire l’assistenza ed il sostentamento ai soggetti privi di sostegno familiare e di autonomia, sono necessità inderogabili e non è eccessivo pretendere, nell’epoca di democrazia vigente in Italia rispettosa dei dettami costituzionali, quella risposta a quella parte d’opinione pubblica che crede ancora nei valori irrinunciabili dell’etica sociale.

La dignità umana va rispettata nella sua essenza, perché il livello di civiltà si misura nel rispetto della persona di ogni persona e non da “Giornate” “Statistiche” o “Convegni politici”, che spesso si va blaterando.

Le parole di intervento legislativi, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signor Ministro della Salute, Signori Assessori Regionali, Signori della Politica, anche se velati da proponimenti pseudo solidaristici che vorrebbero rispondere alle intenzioni, non possono che offrire all’opinione pubblica ed alle famiglie dei disabili fisici e degli handicappati psichici delle fredde e poco utili parole .

Sono i fatti che contano, contano solo i fatti !

Previte.

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

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