G8 agricoltura: un vertice contradditorio

Il primo vertice G8 dedicato solo all’agricoltura, per mettere “la sicurezza alimentare al centro dell’agenda internazionale”. Ma le conclusioni sono astratte e contraddittorie.

Sono tante le raccomandazioni e le buone intenzioni contenute nel documento conclusivo dell’incontro del ministri delle potenze G8 dell’agricoltura, che si è concluso lunedì 21 aprile, a Treviso. Mettere “l’agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell’agenda internazionale”, garantire a tutti l’adeguato accesso ad acqua e cibo, ridurre la povertà, aumentare la produzione per garantire la sicurezza e la sovranità alimentare: questi i richiami contenuti nel testo. Per fare questo, il documento, che verrà presentato al vertice G8 del prossimo luglio alla Maddalena, chiede ai leader mondiali “di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’agricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione ambientale, in cooperazione con le organizzazioni internazionali”. Un atto dovuto, anche per “affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici e assicurare la gestione sostenibile dell’acqua, delle foreste e delle altre risorse naturali, tenendo conto della crescita demografica”.

Le conclusioni del documento sono però molto astratte e rimandano per molte questioni alle “maggiori istituzioni internazionali”, che avranno il compito di concretizzare queste belle intenzioni. Un risultato prevedibile, dato che questo G8 agricolo non era in grado (in quanto non sede ufficiale) di poter prendere delle decisioni tali da impegnare economicamente le grandi potenze. Ma deludente: le premesse per un confronto sembravano reali, e il vertice avrebbe potuto esercitare la propria influente opinione sul G8 ufficiale su questioni molto rilevanti.

Il documento non appare solo poco concreto: ong, agenzie umanitarie e associazioni denunciano carenze e contraddizioni. Tanto per cominciare, tra i 13 punti di accordo, lo sbandierato richiamo al diritto al cibo non compare mai, anzi viene sostanzialmente contraddetto da un ulteriore invito alla liberalizzazione degli scambi internazionali. Il testo insiste inoltre sulla Global Partnership, un’evidente contraddizione all’affermazione di centralità riconosciuta alla FAO. Superficiali e ambigue anche le affermazioni sugli agrocarburanti.

Il ministro Zaia, promotore del vertice agricolo, nonostante le promesse, non ha voluto incontrare né le organizzazioni della società civile (le 270 organizzazioni che compongono il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare) né i rappresentanti delle cinque piattaforme agricole africane che si sono riunite a Roma il 14 e 15 aprile, e che volevano consegnare il documento “Il cibo al centro, l’agricoltura ovunque”, che il comitato ha preparato con la Global Coalition Against Poverty (GCAP): proposte concrete per un cambiamento nei rapporti tra paesi ricchi e in via di sviluppo nell’ambito dei accordi commerciali agricoli e di una riforma del modello agricolo, perché diventi sostenibile. Zaia non è riuscito nemmeno ad introdurre nel documento i temi su cui si esprimeva alla vigilia del vertice ministeriale: né sulla speculazione finanziaria, né sulla regolazione degli OGM, nessuna decisione nemmeno sul fondamentale ruolo delle scorte alimentari per le emergenze.

Le polemiche non si fermano qui: se l’Aiab denuncia l’impossibilità di prendere decisioni efficaci senza il coinvolgimento delle associazioni di contadini, Oxfam International e Ucodep chiedono una convenzione internazionale legalmente vincolante. Anche perché i ministri dell’Agricoltura del G8 hanno riconosciuto che non riusciranno a mantenere la promessa di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015. Un’ammissione senza precedenti, ma che, pur sommata alla centralità che il documento assegna all’agricoltura e ai contadini, non è sufficiente a dare un segnale di volontà concreta per un cambiamento.

Dal sito di Afriradio ascolta la trasmissione Kwanza del 21 aprile, dedicata proprio al vertice agricolo

Fonte: www.nigrizia.it

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