Un’Agenda Sociale per il 2013

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Giovedì 14 febbraio 2013, presso l’Università Bocconi di Milano, si è svolto il convegno dal titolo “Proposte operative per un’Agenda Sociale”,  che è stato organizzato dal CERGAS (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) per il non profit in collaborazione con il Master in Management delle imprese sociali, non profit e cooperative (NP&COOP). Tema dell’evento, quali siano le riforme necessarie per rilanciare l’economia civile in Italia e in Europa. In particolare è stato più volte menzionata l’opportunità di rivedere la normativa sull’impresa sociale, consentendo la redistribuzione degli utili. Durante l’incontro, che  è stato moderato e introdotto da Giorgio Fiorentini, professore associato dell’Università Bocconi, sono intervenuti Giuseppe Frangi  (direttore di Vita), Alessandro Mazzullo (presidente del Comitato I3S), Flaviano Zandonai (segretario IRISNETWORK), Roberto Randazzo (avvocato e partner dello studio R&P Legal), Stefano Zamagni (economista ed ex presidente dell’Agenzia delle ONLUS) e Elio Borgonovi (presidente del CERGAS).

Giuseppe Frangi ha fatto una riflessione sul rapporto tra la politica e il non profit in Italia, evidenziando come le prossime elezioni del 24 e del 25 febbraio vedranno numerose personalità di rilievo del Terzo Settore candidate per il Parlamento. Ha inoltre sottolineato il modo in cui Vita cerca di promuovere un miglioramento nella legislazione italiana sul non profit avanzando delle proprie proposte in materia.

Alessandro Mazzullo ha illustrato la storia e le idee del  Comitato I3S. Si è in particolare soffermato sul tema della riforma della legge sulle imprese sociali, facendo esplicito riferimento alle proposte avanzate in materia nel paper Il futuro è bene comune, che contiene le proposte del Comitato per innovare il non profit italiano. Partendo dalla considerazione che il decreto legislativo 155/2006 non ha portato agli esiti sperati, il Comitato propone di consentire una redistribuzione cappata degli utili delle imprese sociali ispirandosi alla legislazione britannica delle Community Interest Company (CIC). Si tratta di una proposta che aveva avuto un parziale accoglimento in un emendamento presentato al Senato alla legge di stabilità, successivamente ritirato a causa della forte opposizione del mondo delle cooperative e del Forum del Terzo Settore. Sebbene Mazzullo abbia specificato di aver sempre espresso delle riserve sulle modalità di presentazione e su alcuni contenuti dell’emendamento, ha comunque rivendicato il fatto che il Comitato sia stato tra i pochi che hanno difeso pubblicamente il carattere significativo dell’intervento.

Anche Flaviano Zandonai si è detto a favore della redistribuzione degli utili delle imprese sociali, citando in tal senso la recente proposta di IRISNETWORK in materia. Si è però particolarmente concentrato sull’importanza di adottare un approccio bottom-up nell’avanzare queste proposte di riforma. Ciò richiede una preliminare individuazione degli stakeholder che sarebbero coinvolti nel processo di cambiamento  e un’attenta analisi dell’implicazioni delle politiche sostenute.

Roberto Randazzo ha successivamente illustrato la nuova normativa sulle start up a vocazione sociale contenuta nel c.d. decreto “Cresci Italia”. L’avvocato Randazzo ha inoltre ricordato di aver  collaborato con la task force sulle start up,  istituita dal ministro Corrada Passera e coordinata da  Alessandro Fusacchia,  che ha contribuito ai contenuti del decreto.

Dal professor Zamagni è provenuta la denuncia di come i tentativi di riforma si scontrino con un problema di cultura giuridica: nel nostro Paese si ritiene infatti che i cambiamenti legislativi debbano seguire cambiamenti all’interno della società, cosicché per poter cambiare una norma bisogna spesso far sì che qualcuno si sia preso prima la responsabilità di violarla. Si sottovaluta infatti il ruolo che la legge ha nel creare dei buoni cittadini. Lo studioso dell’Università di Bologna ha inoltre evidenziato i ritardi della normativa italiana, che continua a vedere chi opera nell’economia civile come “operatore sociale” e che lega la definizione di imprenditore a quella di profitto.

Agli interventi è seguito un dibattito aperto al pubblico presente. Le conclusioni della discussione sono infine state fatte dal professor Borgonovi, che ha interloquito con gli interventi precedenti  e ha esposto la propria visione di imprenditoria responsabile.

Molte le proposte operative e il coinvolgimento dei partecipanti preannuncia un 2013 pieno di iniziative, sinergie, idee e illuminazioni!

Eliseo Biancalana

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