Nasce Sinistra Cristiana

Raniero La Valle ROMA-ADISTA. Prima uscita pubblica per la Sinistra Cristiana, il “servizio politico per la Costituzione, la laicità e la pace”, promosso da Raniero La Valle che ha lanciato la proposta di tenere a Roma, al Centro Congressi Frentani, il Convegno nazionale programmatico della Sinistra Cristiana, il prossimo 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco ma anche data prevista per l’incontro, al Quirinale, fra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e papa Benedetto XVI.

“L’opportunità del convegno – scrive La Valle in una lettera ai firmatari del Manifesto per la Sinistra Cristiana – sta nell’urgenza ormai di rendere visibile la nostra proposta e di cominciare a precisarne gli impegni e i temi. E servirà anche a un ulteriore chiarimento sulla novità che ha suscitato finora i maggiori commenti, cioè sull’introduzione dell’aggettivo ‘cristiana’ e del sostantivo ‘sinistra’ per significare la collocazione e i moventi di questo progetto di ‘servizio politico’, ma anche la sua natura laica e non confessionale, comprensiva e non esclusiva, aperta e non identitaria, fronte di impegno e di lotta per uomini e donne che amano e aderiscono alla giustizia”. L’iniziativa è ancora in fase di costruzione – ed è vincolata alle risposte positive che arriveranno in queste settimane – ma hanno già assicurato la loro partecipazione, fra gli altri, Rita Borsellino, il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, il pastore battista Gioele Fuligno, il filosofo Roberto Mancini e il magistrato Domenico Gallo.

Frattanto, durante l’estate, Bologna Sette, il settimanale diocesano di Bologna – città a cui La Valle è molto legato avendo diretto per sette anni il quotidiano cattolico bolognese L’Avvenire d’Italia, chiamato dall’allora arcivescovo della città felsinea, il card. Giacomo Lercaro – ha sferrato un duro attacco all’iniziativa di Sinistra Cristiana e allo stesso La Valle con un commento in prima pagina (nell’edizione datata 13 luglio) del coordinatore redazionale, Stefano Andrini, titolato “Cattolici e politica. Quando il povero sostituisce Dio”. Lo spunto, oltre che dal lancio dell’iniziativa, è fornito da un articolo scritto da La Valle per il periodico dell’associazione “Il Mosaico” in cui afferma che “la laicità consiste nel prendersi cura del mondo seguendo le preferenze di Dio che sono i servi, i poveri, i bambini, le donne, gli stranieri. Che cosa si può fare con questa laicità? Ci si può ad esempio fare politica. E anche i cristiani la possono (la debbono) fare mettendo in gioco, in una dichiarata visione politica di sinistra, motivazioni e ispirazioni cristiane. La formazione di veri e propri gruppi di sinistra cristiana, non comporterebbe alcun rischio di integralismo: al contrario il pluralismo, l’apprezzamento delle differenze, la ricerca delle alleanze e la mediazione per il bene comune, sarebbero nel suo stesso codice genetico”. Quelle di La Valle sono “illusioni” che “la storia ha provveduto più volte a spegnere” replica Andrini, che accusa l’ex senatore della Sinistra Indipendente e tutto il “cattolicesimo progressista” di immanenza, di aver sostituito Dio con i poveri e di “deriva militante”. E chiama come testimoni a sostegno delle sue tesi il teologo brasiliano Clodovis Boff – che pochi mesi fa ha dichiarato il suo pentimento per aver aderito, per oltre trent’anni, alla Teologia della Liberazione, criticando la “riduzione” e la “politicizzazione” della fede – e il sociologo Pietro De Marco, con la sua relazione tenuta durante il recente convegno revisionista della Fondazione “Magna Carta” su don Milani e p. Balducci . “La cultura progressista – aveva detto De Marco, citato da Andrini – rappresenta il trasferimento di frammenti di esperienza in un mondo illusorio, anzi onirico, ove essi possono essere ordinati liberamente, fuori dai vincoli di realtà”. In questo percorso tipico dell’intelligencija militante cattolica, “l’ottimismo della salvezza cristiana”, aveva aggiunto, “è ridotto alla ingenua speranza nella bontà e nell’auto-riscatto dell’uomo moderno e della sua storia. La sfera pubblica occidentale si alimenta così di una iper-morale senza trascendenza”. “Le parole di De Marco e di Clodovis Boff rispondono in maniera efficace a La Valle”, conclude Andrini. “E, a mio parere, ci interrogano anche come cristiani bolognesi”: “‘Comunisti nella Chiesa e cristiani nel partito’, recitava un vecchio slogan spagnolo. Noi invece vogliamo essere cristiani ovunque”.

SINISTRA CRISTIANA, PER TORNARE ALLA POLITICA. RANIERO LA VALLE RILANCIA L’IMPEGNO PER LA COSTITUZIONE, LA LAICITÀ E LA PACE

ROMA-ADISTA. La proposta di promuovere con il nome di Sinistra Cristiana una rete di gruppi, di aggregazioni e di servizi “per la Costituzione, la laicità e la pace” è stata lanciata da Raniero La Valle, già parlamentare della Sinistra Indipendente dal 1976 al 1991, in un’assemblea a Roma il 21 giugno ed è stata presentata alla stampa a Palermo in una conferenza lo scorso 10 luglio. Si tratta di dare vita – si legge nel Manifesto per la Sinistra Cristiana – “nel territorio, nelle istituzioni e nelle assemblee elettive, a un ‘Servizio politico’ che da un lato abbia lo scopo di favorire la partecipazione politica dei cittadini, offrendo loro, indipendentemente dalle rispettive opinioni, dei servizi e degli aiuti per agevolarli nell’adempimento dell’art. 49 della Costituzione; dall’altro che abbia lo scopo, come parte tra le parti, di promuovere in modo associato iniziative, corsi e scuole di formazione politica, riattivare canali di comunicazione coi giovani, elaborare culture, soluzioni e proposte legislative, intervenire nel dibattito pubblico e, se necessario, partecipare anche direttamente all’azione politica per concorrere a determinare con metodo democratico la politica nazionale”.

“L’idea è nata nei circoli della Scuola di antropologia critica ‘Vasti, che cos’è umano?’, al termine di un ciclo di seminari dedicato alla convivenza”, spiega La Valle.

“Il punto di partenza è stato l’analisi della gravissima crisi interna e internazionale, giunta ormai nel nostro Paese, con la lotta agli immigrati, i rom trattati come lo furono gli ebrei e con la sottrazione dei processi ai giudici, ad attaccare gli stessi diritti primari di libertà ed eguaglianza; ed è giunta nel mondo, con la scelta di produrre petrolio invece di cibo, di costruire muri invece di porte e di armare la vita quotidiana, a dare per perduta e nemica una gran parte della popolazione della terra. Tutto ciò rischia di risolversi in un fascismo strutturale sia in Italia che nel mondo”. E in un tale contesto, le gerarchie ecclesiastiche si fanno vedere e sentire – più per rivendicare rendite che per promuovere diritti –, ma “i cristiani non ci sono”, prosegue, “anche perché sono caduti in equivoco sulla laicità: hanno creduto che la laicità consista nel non essere o non manifestarsi credenti, mentre essa consiste nel vivere ogni realtà creaturale come profana e non come sacra, cioè disponibile all’uomo, non sottratta all’uso e alle responsabilità comuni, non gravata da riserve e da interdetti, non sequestrata da specialisti togati a ciò specialmente consacrati. Questa laicità non si contrappone a fede o a religione, perché il sacro non è la stessa cosa di Dio, non è la stessa cosa della Chiesa ma, fuorviato, diventa piuttosto la custodia cautelare con cui Dio è tenuto sotto controllo”. Eppure, “per far fronte alla crisi anche i cristiani ci vogliono”, conclude La Valle. Ma non “i cristiani come categoria politica, perché questo significherebbe ricadere in vecchie pratiche integriste e confessionali”, bensì “come il grido che reclama una qualità della politica che dovrebbe essere a tutti comune”: “Una qualità della politica che consiste ‘nell’agire in modo che comportamenti, atti o scelte nell’operare quotidiano non siano spiegabili soltanto sulla base di mere opportunità politiche o di convenienze personali’, come rispondeva don Giuseppe De Luca a chi lo interrogava sullo specifico cristiano nell’azione comune con i non credenti; una qualità che consiste nel ‘non contentarsi di aver vinto ma andare oltre per una ulteriore giustizia’, come diceva don Lorenzo Milani a Pipetta; nel mantenere sempre ‘un principio di non appagamento’ rispetto a ogni società data, come diceva Aldo Moro”; infine “una qualità della politica che consiste nel ricordarsi che la cosa più importante non è difendere la propria sicurezza e la propria vita, perché la speranza supera la sicurezza e la vita si può perdere per guadagnarla”.

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del Manifesto della Sinistra Cristiana con i primi firmatari. Manifesto per la Sinistra Cristiana

Oggi non solo c’è bisogno di tornare alla politica da cui molti con giusto disappunto si sono allontanati, come hanno i nuovi astenuti nelle ultime elezioni, ma c’è bisogno di una politica “altra”.

Perciò rivolgiamo questo appello alle donne e agli uomini che vogliono operare per la giustizia per un ritorno alla politica. Siamo tutti vittime di una disfatta della politica che, dopo la rimozione del muro di Berlino, vissuta come la vittoria ultima di una parte sull’altra, ha rinunciato a fare un mondo nuovo preferendo rilanciare il vecchio, a cominciare dal suo ancestrale sovrano “diritto alla guerra”. Ciò facendo i poteri dell’Occidente hanno abdicato alla responsabilità di guidare il corso storico, mettendo tutto nelle “mani invisibili” del Mercato, del quale si sono fatti sudditi, guardiani e sacerdoti. E questo lo dice pure Tremonti, dal fondo del suo pensiero reazionario. Ma poiché il meccanismo così innescato ha creato isole di ricchezza in un oceano di naufraghi, incrementando povertà, insicurezza e disordine, la politica si è fatta polizia per domare terroristi e riottosi, alzando il livello di violenza preventiva e repressiva e mettendo sotto i piedi verità, diritto, Costituzioni e Convenzioni internazionali, ivi comprese quelle umanitarie. E questo non lo fa solo Tremonti, lo hanno fatto dirigenti di destra e di sinistra, anche in regimi inutilmente bipolari. Oggi non solo c’è bisogno di tornare alla politica da cui molti con giusto disappunto si sono allontanati, come hanno fatto due milioni e mezzo di nuovi astenuti nelle ultime elezioni, ma c’è bisogno di una politica “altra”; né del resto alla vecchia politica questo ritorno sarebbe possibile, né ad essa possibile l’approdo dei giovani; c’è bisogno di una ricostruzione della politica come un “essere per gli altri”, a cui tutti sono chiamati. Perciò rivolgiamo questo appello alle donne e agli uomini che vogliono operare per la giustizia per un ritorno alla politica. Proponiamo pertanto di promuovere con il nome di Sinistra Cristiana una rete di Gruppi, di aggregazioni e di servizi “per la Costituzione, la laicità e la pace”: cioè per l’unità degli uomini nella giustizia e nel diritto, per la responsabilità comune di “credenti” e “non credenti”, per la crescita del mondo. Dire Sinistra Cristiana non significa qui riferirsi alla pur positiva esperienza che ebbe questo nome dal 1938 al 1945, né crearne oggi una nuova, ma fare appello a quella Sinistra Cristiana che è già nel Paese ed è nascosta nel fondo di molti di noi. Ciò comporta una scelta di campo di sinistra, cosa che in un’Italia drasticamente divisa in due sole parti politiche non significa più sposare una determinata ideologia, ma assumere il peso della contraddizione, mentre della sinistra rivendica la dignità, contro tutte le delegittimazioni e diffamazioni. Si tratterebbe di dar vita ovunque sia possibile, nel territorio, nelle istituzioni e nelle assemblee elettive, a un “Servizio politico” che da un lato abbia lo scopo di favorire la partecipazione politica dei cittadini, offrendo loro, indipendentemente dalle rispettive opinioni, dei servizi e degli aiuti per agevolarli nell’adempimento dell’art. 49 della Costituzione; dall’altro che abbia lo scopo, come parte tra le parti, di promuovere in modo associato iniziative, corsi e scuole di formazione politica, riattivare canali di comunicazione coi giovani, elaborare culture, soluzioni e proposte legislative, intervenire nel dibattito pubblico e, se necessario, partecipare anche direttamente all’azione politica per concorrere a determinare con metodo democratico la politica nazionale e instaurare la giustizia e la pace tra le nazioni, sempre promuovendo alternative costruttive e nonviolente nei conflitti; e ciò entrando nelle contraddizioni in atto, tra cittadini e stranieri come tra uomini e donne, tra regolari e clandestini, tra necessari ed esuberi, e cercando di ristabilire i legami tra il quotidiano, la cultura, la politica e una speranza nuovamente credibile; sapendo che se non subito si può cambiare il mondo, si può intanto cambiare il modo di stare al mondo. La definizione di questa rete di Gruppi e di iniziative come “Servizio politico”, intende non solo identificare il criterio della politica nel servizio e non nel potere, ma anche riprendere la radicale illuminazione secondo la quale il vero modo per evitare che nella vita collettiva gli uni siano nemici degli altri, è che tutti si riconoscano servi gli uni degli altri. Il nome di Sinistra Cristiana, poi, non comporta un’identificazione confessionale, che in nessun modo può confondersi con una divisa politica, ma intende alludere a un mondo di valori, tutti negoziabili, ossia non imposti, purché prevalgano l’amore e la libertà, vuole indicare come discriminante il principio di eguaglianza e, nel conflitto, significa fare la scelta dei poveri, delle vittime e degli esclusi.

Si tratta dunque di un nome nuovo che si riferisce tuttavia a una ricca e variegata tradizione di impegno politico che va da Murri a Sturzo a Dossetti, dai cristiani della Resistenza ai “professorini” della Costituente, da Rodano a Ossicini a Gozzini, dalla cruenta testimonianza di Moro a quella della salvadoregna Marianella Garcia Villas, che hanno attraversato il Novecento italiano.

Quanti intendono associarsi a questo appello sono invitati a farsi promotori delle relative iniziative nelle realtà a cui ciascuno appartiene, salvo poi ogni possibile coordinamento. E se per ottenere risultati è necessario coinvolgere molti anche due o tre che si riuniscano per queste cose già compendiano tutto il significato dell’azione. Per un incontro di carattere nazionale, da convocarsi a settembre, si può prevedere fin da ora di mettere all’ordine del giorno, come primissime urgenze, il ritorno alla rappresentanza proporzionale senza snaturamenti maggioritari, e l’affermazione del principio che i diritti sono uguali per tutti: dove la proporzionale è la condizione per non dare troppo potere a qualunque “sovrano del popolo” e perché anche una minoranza possa continuare a rivendicare diritti uguali per tutti contro maggioranze che li neghino.

Raniero La Valle, Patrizia Farronato, Giovanni Galloni, Rita Borsellino, Adriano Ossicini, Carla Busato Barbaglio, Domenico Gallo, Giuseppe Campione, Boris Ulianich, Annamaria Capocasale, Roberto Mancini, Amelia Pasqua, don Mario Costalunga, Laura Brustia, Francesco De Notaris, Agata Cancelliere, Giovanni Franzoni, Renata Ilari, Giovanni Avena, Emilia Carnevale, Giulio Russo, Nicola Colaianni, p. Nicola Colasuonno, Donatella Cascino, Pasquale Colella, Franco Ferrara, p. Alberto Simoni, Bernardetta Forcella, Giovanni Benzoni, Angelo Bertani, Enrico Peyretti, Francesco Comina, Chiara Germondari, Ettore Zerbino, Alessandro Baldini, Claudio Bocci, Antonio Cascino, Anna La Vista, Federico D’Agostino, Pasquale De Sole, Franco Ferrari, Gianvito Iannuzzi, Angela Mancuso, Gianfranco Martini, Giuseppe Mirale, Francesco Paternò Castello, Maria Antonietta Piras, Fiammetta Quintabà, Corrado Raimeni, Maurizio Serofilli, Gabriella Saccami Vezzami, Luca Spegne, Maria Rosa Tinaburri, Paola e Claudio Tosi, Angelo Cifatte, Piero Pinzauti, Nanni Russo, Alessandra Chiappino, Enrico Grandi, Franco Borghi, Carlo D’Antoni, Antonio De Lellis… (www.agoramagazine.it)

(Per aderire a questo appello si può utilizzare l’ospitalità di Adista, inviando una mail all’indirizzo manifestosinistracristiana@adista.it, specificando nome, cognome, indirizzo, professione e recapito postale telefonico e informatico. I firmatari saranno poi invitati a una riunione costituente per decidere come condurre il seguito dell’iniziativa)

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