George White, statunitense, accusato dell’omicidio della moglie e poi scagionato lancia il suo messaggio a circa mille giovani. Anche Napoli aderisce alla Giornata internazionale contro la pena di morte in programma il 30 novembre
NAPOLI – Anche Palazzo San Giacomo, sede del comune di Napoli, si illuminerà il 30 novembre, Giornata Internazionale delle Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte, per testimoniare a favore dell’abolizione della pena capitale nel mondo. Il capoluogo partenopeo fa parte delle 843 “Città per la vita”, che aderiscono all’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.
Proprio da Napoli è partito questa mattina un messaggio di speranza contro ogni tipo di vendetta e l’invito ad una giustizia più equa da parte di un testimone d’eccezione: George White, americano, condannato a morte per l’omicidio della moglie e poi scagionato, che da anni combatte contro l’abolizione della pena capitale. White ha incontrato oltre un migliaio di studenti di alcune scuole di Napoli portando un messaggio di pacificazione ai giovani di una città al centro di tanti episodi di violenza ed intolleranza. «Invito tutti voi – ha detto White ai giovani studenti partenopei – ad imparare a perdonare e a non covare vendetta, perché da essa nasce altro odio e altre morti, l’impegno contro la pena capitale deve essere da parte tutti per perseguire insieme l’ideale di una giustizia vera, che è possibile».
In Alabama nel 1985 George ha vissuto in prima persona la terribile esperienza di un omicidio. Lui e la moglie Charlene, che avevano due bambini piccoli, furono colpiti ripetutamente dai proiettili di un rapinatore. La moglie morì poi fra le sue braccia. Ma era solo l’inizio di un incubo. Infatti George fu accusato dell’omicidio e passibile di condanna a morte. Nel 1989 venne scagionato e liberato, ma dovette attendere altri quattro anni affinché fosse riconosciuto del tutto innocente da una corte.
White è uno dei fondatori dell’associazione “Citizens United for Alternatives to the Death Penalty” ed anche dell’organizzazione “Murder Victims Families for Reconciliation”. È tra i principali organizzatori dei cosiddetti “Journeys of hope from violence to healing”, i “Viaggi della speranza, dalla violenza alla guarigione”, caratterizzati da una serie di incontri di sensibilizzazione, che toccano ogni anno diverse città degli Stati Uniti, per testimoniare quanto sia inutile la pena di morte, anche secondo coloro che hanno avuto delle gravi perdite in famiglia, a causa di un evento criminoso.
Sin dal 1998 George partecipa, assieme a Bill Pelke e ad altri amici della sua associazione, agli incontri organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, nel quadro della Campagna internazionale per l’abolizione della pena di morte che sta facendo lenti ma significativi passi. Con 105 voti a favore, 48 contro e 31 astensioni è stata approvata una nuova risoluzione contro la pena di morte e per una Moratoria universale alla Terza Commissione, quella sui Diritti Umani, dell’Assemblea Generale dell’Onu. (Elena Scarici)