Sul “pianeta follia” grande disinteresse e poco ricordo!

Le problematiche del velato e vergognoso silenzio delle Istituzioni sulle condizioni in cui “vivono” le famiglie dei disabili fisici, dei malati psichici ed i disagi degli stessi, necessitano di supporti specifici per sostenere entrambi che si trovano a fronteggiare situazioni di acuta sofferenza.

Le famiglie, poi, con grande coraggio si confrontano spesso con le carenze dei servizi socio-sanitari e grandi ritardi nell’applicazione di una, troppe volte richiesta, di legge-quadro di riforma dell’assistenza psichiatrica.

 

I pochi provvedimenti legislativi emanati sono la dimostrazione del disinteresse o sottovalutazione che regna nel nostro Paese rispetto a questo grave disagio sociale, dove di tanto in tanto i mass media propongono velate spiegazioni o semplici riproposizioni di giudizi che non portando audience né clamore non vengono più “riesumanti”, visto che questi “indici” sembrano essere termini di raffronto di avvenimenti .

 

Mancano programmi di legislatura orientati all’utilizzo delle risorse del “Fondo per la non autosufficienza”, alla realizzazione di una rete di servizi, anche domiciliari, che attuino in modo permanente e diffuso il progetto “Dopo di noi” (che ho sempre sollecitato nelle Petizioni ancora giacenti in Parlamento) e “completando” la presa, (per non dire pseudo presa), in carico delle persone disabili anche nel progetto (fu!) “Durante noi”, reclamizzati dai vari Governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi.

 

Tutto resta .in un clamoroso silenzio, mentre la malattia continua a mietere vittime, soprattutto giovani ed anche adolescenti!.

 

Ancora una volta dobbiamo ribadire che questa problematica necessita di una legislazione (urgente!) adeguata ed efficace, attesa da ben 33 anni (suonati !), perché il rispetto della dignità del “malato” è essenziale in una società che vuol essere civile.

 

Non a caso Fedor Michajlovic Dostoiewsky diceva che il grado di civiltà di una Nazione si soppesa con la constatazione in cui si trattano i malati mentali, tenuto conto del marasma politico in atto, nella pseudo concezione dei politicanti che vorrebbero applicare la ben nota gattopardesca di cambiare tutto ( a parole) purché nulla muti.

 

Le famiglie coinvolte non manifestano chiassosamente: possono solo contenere la loro forza residua affinché non si spenga quel briciolo di speranza che ancora rimane per una concreta definizione del “pianeta follia”.

 

Su quest’ultimo concetto, noi ci crediamo!  Ma nel corso dell’anno, non possiamo non valutare la situazione.

 

Le peculiari problematiche delle persone affette da malattie mentali all’interno del più vasto e delicato tema dell’assistenza e dell’integrazione, hanno usufruito di provvedimenti legislativi urgenti ed indifferibili?

 

In campo europeo per il biennio 2003/04 l’Associazione “Cristiani per servire” ha espresso al Presidente della Commissione Europea dell’epoca Romano Prodi il disappunto per le politiche sociali adottate in materia di disabilità per le mancate iniziative che dovevano contribuire a garantire un tenore di vita dignitoso ai più deboli sotto il profilo professionale e quello personale

http://europa.eu.int/comm/commissioners/prodi/regcp/registre.cfm?CL=it 

 

La Direttiva Comunitaria concernente l’occupazione derivante dall’art.13 del Trattato UE è vero che permette di promuovere e proteggere i diritti delle persone disabilima i malati mentali abbisognano di cure e strutture adeguate, con personale specializzato e non di lavoro fin quando la malattia non si risolve in meglio.

 

Non parliamo, poi, dello ”Anno Europeo dedicato ai disabili” e del modello sociale preventivato, dal lato economico-sociale che doveva essere “trasportato” nelle leggi degli Stati membri della UE entro il 2003.

 

Ma l’Unione Europea ha attivato quel controllo?

 

Inoltre viene da chiedersi se la Unione Europea, in presenza di. poche iniziative, ha considerato una esteriorità quell’Anno Europeo dedicato ai disabili ?

 

La Costituzione Europea, il cui principio fondamentale è la difesa della dignità dell’uomo, ha posto nel Preambolo Parte 2° comma 3° “la persona al centro dell’azione dell’Unione Europea” considerando la generica disabilità, che non comprendespecificatamente l’handicap mentale.

 

L’Associazione “Cristiani per servire”con una Petizione rivolta al Parlamento Europeo“rivendica” e richiede, anche in virtù del principio di sussidiarietà e proporzionalità , una Direttiva Comunitaria necessaria per creare servizi,cure e strutture adeguate per tutti gli Stati membri della UE,in considerazione di una libera circolazione in sicurezza (art.66) delle persone sia in Italia come negli altri Stati membri a fronte dei gravi rischi per i numerosi casi di violenze attuate da persone portatrici di malattie mentali nei confronti di parenti,passanti,emigrati o vicini di abitazione.

 

Di fronte al diniego di quella Direttiva Comunitaria, abbiamo proposto Ricorso  n.44330/06 alla Corte Europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo e “fallito” questo Ricorso, per ragioni e motivazioni “oscure” che non voglio più esporre, ho riproposto una Petizione al Parlamento Europeo.

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione%20al%20Parlamento%20Europeo%201.10.2011.pdf.

 

In campo italiano il problema malattia mentale (ancora una volta “dimenticato” nella legge finanziaria 2012) affonda le radici in epoche remote (legge n. 36 del 1904), primo provvedimento legislativo organico in materia, che istituiva il “manicomio”, quale struttura cardine dell’assistenza ai malati mentali.

 

Le esigenze di controllo e di custodia dell’epoca lasciano il malato in balia di una istituzione spersonalizzante e scarsamente terapeutica.

 

Il secondo periodo avviene con l’approvazione della legge Mariotti nel 1968 che introduceva il ricovero volontario in ospedale psichiatrico ed istituiva i Centri di Igiene Mentale (CIM).

 

Il terzo periodo si apre con la legge 180/1978 approvata in tutta fretta sotto la spinta minacciosa di un referendum abrogativo, nella convinzione che rimanendo sconfitta la consultazione popolare il” manicomio”, (che dopo viene chiamato Ospedale Psichiatrico) avrebbe riportato una maggioranza schiacciante. La legge ha il merito di aver determinato il passaggio dal prevalente interesse custodialistico ad un approccio terapeutico e tolta quella vergogna del secolo trascorso…!

 

Intanto gli attuali servizi di diagnosi e cura per i pazienti acuti, disabili, in tarda età, in fin  di vita sono inadeguati alle necessità e ripropongono gli aspetti peggiori dei vecchi “manicomi”.

 

Vedi anche http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione al Parlamento Italiano.pdf

 

La legge 180, priva del Regolamento d’Applicazione, “ordinò” la chiusura degli Ospedali Psichiatrici e la legge 833/1978 ne assorbì il retaggio non modificando nulla perché in termini pratici la carenza di adeguate strutture è più che evidente e tutt’ora persistente.

 

Esaminiamo molto velocemente quello che è avvenuto.

 

Vi è da ricordare che nel 2003 “Anno Europeo dedicato ai disabili”, sempre l’Associazione aveva richiesto nel semestre italiano di Presidenza della Commissione Europea (On. Romano Prodi sopra citato), una Direttiva Comunitaria di maggiori equilibrio tra i diritti dei malati psico-fisici a quelli dei cittadini malati europei, anche, per una garanzia d’incolumità generale.

 

Premesso che il Testo Unico sulla disabilità nel quale trovino spazio le diverse normative sull’handicap, oggi troppo frammentate, non è stato ancora introdotto in Italia, non possiamo dimenticare che sono circa 10 milioni le persone che nel nostro Paese soffrono di disturbi di tipo mentale, nelle maggior parte affidate alla cura delle rispettive famiglie e gli “altri” unpo’dovunque…!.Nonostante i numerosi appelli della n/s Associazione i Governo ed il Parlamento di tutti i tempi, compreso l’attuale, non hanno ancora predisposto, se non in minima parte, soluzioni efficaci e concrete per aiutare questi “malati” costretti spesso a vivere un’esistenza piena di disagi e con loro le famiglie, con ripercussioni negativi sulla civile società.

 

La legge n.4/2004 “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici” persegue l’obiettivo di riconoscere e tutelare il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici.

 

Provvedimenti sono stati assunti per estendere la particolare tutela giurisdizionale, come quelli accordati ai disabili vittime di discriminazioni nel contesto lavorativo ed a quelle situazioni in cui il disabile risulti destinatario di trattamenti discriminatori al di fuori del rapporto di lavoro.

 

La legge n.6/2004 ha introdotto nel n/s Ordinamento la figura dell’Amministratore di Sostegno. Tale norma prevedendo che il beneficiario del provvedimento di tutela conservi la capacità di agire per tutti gli atti diversi da quelli che richiedono la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore, puntualmente indicati nel decreto di nomina, cerca di rendere la tutela delle persone non in grado di provvedere pienamente a se stesse  più flessibile e vicina alle reali esigenze degli interessati, concretizzando un ulteriore passo verso la piena salvaguardia dei diritti dei disabili.

 

Per l’ennesima volta l’Associazione “Cristiani per servire” ha richiesto al Parlamento Italiano ed a quello Europeo la possibile formazione di un Fondo Speciale Economico (DOPODINOI) a favore dei malati psico-fisici,amministrato da un Ente pubblico, al quale confluire quelle parti di patrimonio o risparmi che in eredità andrebbero loro.

 

Un cruccio che assilla, giustamente, le famiglie e l’attivazione e stimolazione della ricerca scientificofarmacologica sulle malattie mentali, da moltissimo tempo richieste, fra altre, al Parlamento Italiano ed Europeo con Petizioni.

 

Ancora una volta desideriamo ripetere che l’Associazione non usufruisce né ha mai chiesto o chiede contributi finanziari occulti o palesi a nessuno, ma solo “spinti” dalle ferme intenzioni di fare il nostro dovere di cristiani e di cittadini.

 

Pur nella consapevolezza che la strada da percorrere è lunga e che quello che è stato fatto finora ancora non soddisfa in appieno le necessità dei malati delle loro famiglie e della società, l’Associazione ritiene che le misure sopra evidenziate e richieste costituiscano un passo significativo verso il completamento di politiche socio-sanitarie che abbiano veramente a cuore le esigenze dei portatori di handicap.

 

Ed in ultimo, ma non certamente in ordine d’importanza, a commento della “Giornata Nazionale per la salute mentale”celebrata il 4.12.2004 ed indetta con Direttiva ( e non decreto) del 26.6.2004 (Gazz.Uff:n.174 del 27.7.2004) dalPresidente del Consiglio dei Ministri dell’epoca Berlusconi, una “Giornata” totalmente persa, si osa sperare :

1.)       che il Governo Berlusconi nei 5 Punti Programmatici adotti per la soluzione di questa realtà sociale, da troppo tempo ignorata ;

2.)       ogni attenzione rivolta alla promozione della vita umana, merita certamente un ampio riconoscimento, alla richiesta di una legge-quadro, a quivis de populo, cioè anche da parte di ogni cittadino;

3.)      in questi 5 Punti Programmatici, ripeto, non risultano e non si ravvisano comunque elementi d’urgenza, né programmi o intendimenti per la realizzazione di future strutture volte alla prevenzione, cura e reinserimento sociale dei “malati” e” questo amareggia noi, le famiglie e preoccupa l’opinione pubblica, il mondo cattolico e della sofferenza”;

4.)       ed ancora ci sorprendono le ispirate proposizioni, poche volte espresse, di soluzioni così povere d’intenti, che contraddicono con la logica e la formazione medico-umanistica, perché occorrono soluzioni concrete e solide;

5.)      per la promozione dell’informazione, l’ Associazione “Cristiani per servire”ha richiesto anteriormente al 13.5.2001 e tutt’ora chiede, l’indizione di una Giornata Nazionale di Informazione sul tema malattia mentale, come ipotizza la Commissione Europea in risposta a n/ richiesta del 14.11.2000  prot.15406, trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 1.12.2000 e da questa al Ministero della Sanità. (non certamente valutata(vedere documentazione nel sito internet dell’Associazione )

6.)       per sensibilizzazione, solidarietà, prevenzione o cultura dell’accettazione dei malati mentali con il concetto di curabilità, sono le Istituzioni che devono presiedere questi valori, ma con mezzi validi quali il legiferare opportunamente, servizi specifici, cure e strutture adeguate e non con il silenzio, disinteresse, rissosità politiche cheemarginano i malati mentali ;

7.)      vogliamo aggiungere e rilevare la mancata “difesa”del lato economico, costituisce vera emarginazione, infatti il “malato” che vive in famiglia percependo mediamente 260,27 euro al mese – anno 2011  riesce solo a sopravvivere!  (e che non tutti godono di euro 487,39 mensili, mediamente, per l’accompagnamento ) .

 

E’ il Parlamento la sede naturale ed è auspicabile che omogeneità d’intenti, mirati a concetti di cui sopra, possano chiudere quella parentesi che si è aperta 33 anni or sono con la chiusura dei “manicomi” senza realizzare strutture alternative.

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/News2011/050911.htm 

 

Spesso assistiamo ad un vortice di parole, di dati statistici, ad esternazioni quasi fantasiose anche da parte di coloro che contano, perché quelle che devono essere le risposte civili alle condizioni violente o brutali dei “manicomi”, si sono incarnate in un agire di vane parole.

 

Non è “l’Italia grande quando guarda fuori da se stessa”, come lei Signor Presidente del Consiglio dei Ministri disse una volta in India, l’Italia è grande quando guarda e provvede verso i suoi figli !

 

E questo riguarda specialmente il Parlamento!

 

E’ la capacità d’ascolto, è la valutazione dell’analisi delle necessità della singola persona, del contesto sociale, della realtà che è indispensabile per dare risposte concrete e non le rituali parole di una pseudo solidarietà.

 

Bisogna avere la forza di finirla con i discorsi, simposi, manifestazioni esteriori o quant’altro, passando una buona volta a fatti solidi e concreti e non, ripetiamo, inutili parole che non tutelano i diritti dei “malati”, che non aiutano le famiglie e non danno sicurezza a tutti i cittadini!

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