Libro Verde: la città risponde

Ecco le prime osservazioni

Scritto da Simone Dal Pozzo.

Un documento che contiene una impostazione ben precisa!

L’idea di condividere l’elaborazione del futuro modello sociale è sicuramente ottima. Un ente locale – tra gli attori interessati ai servizi alla persona – non può che accoglierla positivamente.

Le proposte del comune di Guardiagrele (CH) partono da un attento esame del “Libro verde” e dalla constatazione che esso, in realtà, sebbene si ponga l’obiettivo di redigere un nuovo modello solo dopo avere ricevuto proposte, già contiene una idea ben connotata, già è un programma; la conseguenza è che è difficile formulare proposte senza entrare nel merito dei problemi e delle soluzioni che già vengono delineate senza stravolgerne l’impostazione di fondo. 

Non si intende redigere un documento ma, più semplicemente, mettere in evidenza alcuni punti che appaiono assolutamente non condivisibili:

– la persona, che, come si dice nel Libro, per “costruirsi” e migliorarsi, deve fare affidamento principalmente su di sè, è quella che si trova un una situazione di benessere; non si fa alcun cenno alla ipotesi della persona in condizione di bisogno, di necessità e non si dice esplicitamente come questa debba fare fronte ad esse non potendo contare sulle proprie capacità;

– vi è una proiezione “economicista” del benessere sociale e sembra che in tanto sia necessario o importante migliorare la qualità della vita e/o offrire servizi al cittadino in quanto questo può essere motivo di progresso economico;

– si dice che l’obiettivo del benessere della persona passa necessariamente attraverso l’occupazione della stessa in un aattività lavorativa; per quanto sia vera questa affermazione, essa resta una semplice enunciazione di principio; ai fini del raggiungimento dell’obiettivo si propone unicamente di aumentare la deregolamentazione del mercato del lavoro;

– si dice che il miglioramento dello stato sociale passa attraverso – pare si voglia dire che è l’unico mezzo – una rivisitazione delle relazioni industriali dimenticando la molteplicità degli attori sociali interessati;

– si dice che non vi saranno tagli alla spesa sociale chiarendo, però, che essa resterà pari a quella attuale; ora, a parte la constatazione di tagli già effettuati (in Abruzzo arriveranno dal Fondo Nazionale per le Politiche Sociali 7milioni e 300mila euro in meno), non sembra si tenga conto del fatto che le situazioni di necessità e bisogno potrebbero aumentare;

– si dedica una attenzione particolare alla povertà assoluta ma non si tiene nel debito conto il moltiplicarsi della povertà “relativa”;

– si fa un esplicito riferimento alla necessità di integrare l’attuale modello sociale con forme di assistenza complementare: i fondi privati.

non vi è alcun cenno alle modalità di coinvolgimento degli enti locali e del terzo settore nella determinazione degli obiettivi di carattere generale e questo va in contraddizione con il riconoscimento alle varie componenti della comunità (volontariato, ad esempio) del ruolo che giocano nei servizi alla persona;

non si fa alcun riferimento all’impresa nei termini della sua responsabilità sociale.

Questi, molto sinteticamente, sono i punti di criticità che, in realtà, non consentono di formulare proposte.

Il coinvolgimento di un ente locale appare un elemento centrale nella creazione di una rete di servizi alla persona (cui pure il Libro verde fa riferimento) soprattutto tenendo conto della riforma della normativa sui servizi e del ruolo che non solo ai comuni è stato riconosciuto nella individuazione dei bisogni e, poi, nella predisposizione delle risposte.

Una legge (si fa riferimento alla L. 328/2000) che riconosce l’importanza della programmazione sociale decentrata (piano regionale e piani di zona) non può non trovare riscontro nel modello sociale futuro che si vuole costruire.

E’ necessario, quindi, rimettere davvero al centro la persona tenendo conto delle sue effettive necessità, dei suoi effettivi problemi e, soprattutto, del fatto che potrebbe non avere più, in una fase della vita (l’anziano), sin dalla nascita o a causa di eventi traumatici (i disabili), alcun valore economicamente apprezzabile, disponibilità per accedere a fondi complementari privati, gli strumenti per un accompagnamento “tranquillo” al termine della vita.

Ciò che preme sottolineare è che andrebbero previste procedure concrete di confronto e di programmazione condivisa con gli enti locali e con i soggetti del terzo settore in modo particolare.

Risarvando eventuali ulteriori approfondimenti e confermando la disponibilità al confronto, saluto con viva cordialità.

Simone Dal Pozzo – Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Guardiagrele.

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