Roma, 22 marzo – Stop alle infiltrazioni criminali negli appalti delle aziende capitoline: è l’obiettivo dell’intesa siglata tra Roma Capitale e Prefettura, approvata dalla Giunta in Campidoglio. Nel mirino c’è il sottobosco dei subappalti, il terreno più fertile per gli interessi delle reti criminali. La nuova collaborazione con la Prefettura punta dunque a far emergere totalmente, e a porre sotto controllo, le attività più a rischio nei lavori pubblici affidati dalle aziende romane dei servizi locali: le attività “a valle dell’aggiudicazione principale”.
Principale novità prevista, l’obbligo, per le imprese che vincono appalti, di comunicare alle aziende di Roma Capitale l’elenco delle imprese coinvolte nei lavori, ovvero tutta la filiera dei fornitori e degli esecutori impegnati in attività operative e di servizio: trasporto materiali in discarica; smaltimento rifiuti; acquisizione, fornitura e movimento di terra, inerti e calcestruzzo; fornitura di ferro lavorato; guardianìa di cantiere.
A loro volta, le aziende capitoline hanno l’obbligo di comunicare al Prefetto gli elenchi di imprese per consentire le verifiche antimafia ex DPR n. 252 del 1998. Se dai controlli emergono tentativi di infiltrazione criminale, la Prefettura lo comunicherà subito al Campidoglio che applicherà le clausole di risoluzione dei contratti.
Ulteriore strumento di contrasto, un “tavolo” in Prefettura con Roma Capitale e Camera di Commercio, per
“monitorare attività e transazioni tra privati da cui potrebbero emergere eventuali profili anomali, riconducibili ad attività illecite” (così un comunicato del Campidoglio).
Accordo e delibera si collocano nella scia della direttiva 23 giugno 2010 del Ministero dell’Interno sugli appalti pubblici, che ha già previsto intese tra enti appaltanti e Prefetture per verifiche antimafia “estese agli ambiti che normativamente ne sarebbero rimasti esclusi”.
Paolo Veronesi
22 MAR 2010 – PV