Cittadinanza e voto: le associazioni chiedono più diritti per i migranti

Un’efficace programmazione degli ingressi per il 2009 e ”una risposta coraggiosa” al problema dei lavoratori senza permesso: le proposte delle organizzazioni

ROMA – Un’efficace programmazione degli ingressi nel 2009, in misura funzionale al mercato del lavoro, una risposta coraggiosa al problema dei lavoratori immigrati senza permesso, per dare loro la possibilità di emergere dal lavoro nero e una parità di diritti su lavoro, scuola e sanità per superare le discriminazioni. È quanto chiedono al governo le associazioni, i movimenti insieme a Cgil e Uil in occasione della presentazione del sit-in del 18 dicembre per fermare il ddl 733, definito dagli organizzatori il ‘decreto della vergogna”.

Tra le proposte anche la richiesta di una riforma della cittadinanza per gli immigrati e del diritto di voto. ”Abbiamo già lavorato ad un testo nella scorsa legislatura – spiega Piero Soldini, Cgil -. Un testo di riforma della cittadinanza che contempli la riduzione dei tempi di naturalizzazione e in particolare di assunzione del diritto dello ius soli, del diritto per i bambini che nascono qui di avere la cittadinanza italiana, cosa che oggi non c’è”. Per quanto riguarda invece il diritto di voto, invece, per il responsabile Immigrazione della Cgil non è necessaria una norma di riforma costituzionale. “Pensiamo – precisa Soldini – che sia sufficiente una legge ordinaria che ratifica il punto c della convenzione di Strasburgo e dà diritto di voto agli immigrati extracomunitari così come lo ha dato ai cittadini stranieri comunitari che sono nel nostro Paese, senza modificare l’articolo 51 della Costituzione”. (Giovanni Augello)

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