Associazioni ad Assisi per chiedere il ”cessate il fuoco”

Tante le adesioni all’appello promosso da Acli, Arci e Legambiente per la partecipazione alla manifestazione promossa dalla Tavola della Pace. ”Quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che si decida di intervenire?”

ROMA – Tantissime, e continuano ad arrivare, le adesioni all’appello promosso da Acli, Arci e Legambiente insieme ad altre organizzazioni nazionali, gruppi locali, personalità, famiglie, cittadini e cittadine. Un appello rinnovato per raccogliere l’invito lanciato oggi dalla Tavola della Pace per incontrarsi ad Assisi sabato 17 gennaio (ore 10).

“Iniziamo a costruire nelle nostre città, nelle nostre comunità, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, una grande partecipazione – affermano – per essere in tanti e tante ad Assisi e gridare: ‘C’è un modo per evitare il massacro di civili. C’è un modo per salvare il popolo palestinese. C’è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo. C’è un modo per dare una possibilità alla pace in Medio Oriente. C’è un modo per non arrendersi alla legge del più forte e affermare il diritto internazionale’.

Cessate il fuoco in tutta l’area; ritiro immediato delle truppe israeliane; fine dell’assedio di gaza; protezione umanitaria internazionale”.

Nell’appello la Tavola della Pace afferma: “Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta? La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti – continua -. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: a ciascuno si chiede “di fare qualcosa!“

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.